Non è ancora arrivato a una definizione il processo sulla presunta violenza sessuale alle due ragazze all'epoca 15enni avvenuta nell'estate del 2018 nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Alba Adriatica. L'ennesima udienza a porte chiuse si è tenuta ieri, di fronte al collegio presieduto dal giudice Flavio Conciatori, ma altre ancora ce ne saranno prima che venga finalmente letta una sentenza. Sono passati cinque anni dai fatti denunciati e a luglio saranno quattro dal rinvio a giudizio dei due imputati, loro all'epoca dei fatti 19enni. Una vicenda che vede coinvolte ancora oggi da entrambe le parti quattro giovani, le cui vite, nonostante continuino ad andare avanti, rimangono appese in attesa di conoscere almeno l'esito di un giudizio fermo al primo grado.
Ieri come teste della parte civile è stata sentita la consulente del consultorio che da ottobre del 2018 fino a maggio del 2019 ha seguito solo una delle ragazze presunta vittima dello stupro che si è rivolta ad un centro antiviolenze. A quanto pare alla professionista ha raccontato che dopo i fatti avvenuti avrebbe cominciato ad andare male a scuola, mentre in precedenze i suoi voti erano molti alti. Una versione contestata dal difensore degli imputati, l'avvocato Mauro Gionni, secondo il quale, così come emergerebbe dalle pagelle prodotte agli atti, l'andamento scolastico non è mai stato buono, ma soprattutto non sarebbe peggiorato dopo i fatti denunciati.
Era il 4 luglio del 2018.