Abusi sessuali, ragazzina denuncia il padre dopo la lezione di biologia

Abusi sessuali, ragazzina denuncia il padre dopo la lezione di biologia
di Alfredo d'Alessandro
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Mercoledì 17 Maggio 2023, 08:12

Pensava di aver rimosso, e invece il trauma, come una bomba psicologica, è deflagrato qualche anno dopo, complice involontario una lezione a scuola di scienze e biologia. È lì, nell'approccio didattico alla sessualità, "le è tornato come un flash", ha realizzato che suo padre le aveva fatto "una cosa che non mi doveva fare, quello che è successo non è una cosa buona". Con la testimonianza della madre della vittima è entrato nel vivo ieri in Tribunale a Chieti il processo a un uomo (l'ex marito) accusato di violenza sessuale sulla figlia che all'epoca dei fatti aveva 8 anni (moglie e marito erano già separati) e che nel frattempo ha tagliato il traguardo della maggiore età: nell'imputazione si legge che con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso costringeva la figlia minore a subire atti sessuali toccandola nelle parti intime e facendosi toccare.

Una vicenda delicata, che la madre, a tratti bloccata dalle lacrime, ha ricostruito rispondendo alle domande di accusa, difesa e parte civile. La sofferenza per gli abusi subiti da bambina a casa del padre riemerge e si manifesta con l'adolescenza, fra silenzi, attacchi di panico, crisi di pianto, svenimenti, il rifiuto di sentire il padre al telefono. Poi, una sera di dicembre di quattro anni, poco prima delle vacanze di Natale, lo sfogo liberatorio.

La ragazza si ferma davanti alla madre, la guarda, inizia a tremare e scoppia a piangere: «Ti devo dire una cosa di papà, ha fatto delle cose con me che non doveva fare». «Se qualcuno mi avesse tirato una coltellata non sarebbe uscita una goccia di sangue - racconta la donna in aula - mi ha detto che l'aveva toccata e che lui si era fatto toccare. Ma poi mi ha detto, adesso non mi chiedere più niente, ho bisogno di uscire. Ecco perché non volevo parlare più con papà, non riuscivo a dirlo a nessuno. Non ce la faccio più a tenermi questa cosa, io sto impazzendo».


La madre, sconvolta, contatta subito una psicologa, con la quale la ragazza si confida, parte la segnalazione all'autorità giudiziaria. Le accuse della vittima vengono cristallizzate in sede di incidente probatorio. Ieri l'imputato era in aula, accanto al suo difensore, l'avvocato Mirko Di Virgilio, lo sguardo rivolto verso i giudici. Madre e figlia sono costituite parte civile con l'avvocato Manuela D'Arcangelo: la richiesta di risarcimento danni per la vittima è di 200.000 euro, per la madre il legale si rimette alla giustizia. La prossima udienza è stata fissata per il 3 ottobre, verrà sentito il fratello della vittima: anche lui porta un segno profondo di questa vicenda.
 

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