Violentata a 16 anni dal “caro amico” di famiglia: l'uomo in carcere

Violentata a 16 anni dal “caro amico” di famiglia: l'uomo in carcere
di Marcello Ianni
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Mercoledì 16 Settembre 2020, 08:44
Era un amico di famiglia e per questo la loro porta di casa era senza aperta; ben presto però l'uomo si sarebbe rivelato un violentatore da tentare approcci sessuali su una 16enne, arrivando persino alla piscina comunale a premerle la testa per impedirle di riemergere e respirare. Con le accuse di violenza sessuale e minacce, il Pm dell'Aquila ha chiesto ed ottenuto dal Gip l’arresto (in carcere) di un cittadino di nazionalità marocchina di 36 anni residente in città.

I fatti denunciati dalla minore e suoi famigliari fanno riferimento al periodo febbraio-luglio scorso, nel corso del quale la 16enne sarebbe stata in più occasioni presa al collo, ai polsi per essere spinta sul muto della propria cameretta o del bagno, per essere palpeggiata nelle parti intime, baciata, nonostante il suo dissenso. Un giorno l’arrestato avrebbe tirato fuori dai pantaloni una banconota di 50 euro in cambio di una prestazione sessuale, con il risultato di far scoppiare in lacrime la minore che frettolosamente usciva dalla camera da letto. Il pretesto utilizzato dal presunto violentatore era quello di mostrare il funzionamento di un’applicazione sul cellulare della 16enne, minacciata di non dire nulla ai genitori della pesanti avances: «Devi stare zitta, non dire nulla ai tuoi genitori con mio fratello brucio la macchina di tuo padre».

Il lockdown dovuto alla pandemia ha portato per così dire un po’ di tranquillità nella ragazzina ridiventata dopo l’emergenza l’oggetto dei desideri dell’arrestato. Il forte dimagrimento, l’inappetenza della ragazzina e il referto del Pronto soccorso che parlava di “stato di agitazione”, un malessere psicologico e appunto fisico che hanno spinto i genitori a capire cosa stesse accadendo, diventando anche loro oggetto di minacce dell’indagato: «Io non ho paura di nessuno». Di qui la denuncia e l’audizione della minorenne il cui agghiacciante racconto è stato ritenuto dai magistrati “preciso e senza contraddizioni”.

 
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