Via Amiternum e lo scandalo
delle case Ater: sette anni di nulla,
inquilini furiosi, furti e discariche

Via Amiternum e lo scandalo delle case Ater: sette anni di nulla, inquilini furiosi, furti e discariche
di Stefano Dascoli
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Domenica 6 Marzo 2016, 20:24 - Ultimo aggiornamento: 20:29

L'AQUILA - C’è un mini quartiere, a ridosso di una via Amiternum che finalmente ha assunto una veste nuova dopo la ricostruzione, che sembra essersi fermato a quel maledetto 6 aprile. Cinque palazzine Ater sventrate dal sisma, (civici 21, 31, 33, 17, 19) dimenticate da tutti e diventate terra di nessuno, in balia di ladri, vandali, maleducati. Quasi sessanta famiglie da sette anni costrette vivere altrove, sparse nei progetti Case, ancora senza una minima prospettiva di rientro. Un grido d’allarme e di sofferenza che arriva da gente che si sente di “serie B”. Qui, dove tutto è com’era alle 3.32, ci sono progetti approvati da due anni, ma non si vede l’ombra di un euro. E, ovviamente, neanche di un cantiere.

Un’emergenza nell’emergenza che è finita sui tavoli del Governo (persino del premier), dei politici regionali e locali, ma finora non si è riusciti a muovere una paglia. Gli inquilini (23 su 56 sono proprietari), esasperati, invitano addirittura ad entrare nelle abitazioni sventrate. Perché non è bastato il sisma a far crollare muri e speranze, ci si sono messi anche i ladri che hanno portato via tutto ciò che si poteva: infissi, caldaie, rame, mobilio. Ma non è finita. L’ulteriore sfregio arriva, probabilmente, dagli stessi aquilani che utilizzano questo angolo per abbandonarci qualsiasi tipo di rifiuto. E così, tra la macerie e le erbacce, ci sono vere e proprie discariche a cielo aperto. Una situazione francamente intollerabile.

LE TESTIMONIANZE
«Sono passati sette anni – racconta uno dei inquilini – e le case Ater sono ancora distrutte. Ogni volta che chiediamo spiegazioni ci viene detto che non ci sono i soldi. Ci siamo stufati. Vogliamo rientrare nelle nostre case, quelle per cui abbiamo fatto sacrifici importanti. Ci sono tanti anziani che vorrebbero riprendere una vita normale. Vorremmo che il governo e i politici locali cominciassero a capire che non siamo cittadini di serie B perché paghiamo tasse da serie A». «Siamo rimasti senza nulla – dice una signora, accompagnata dal figlio – Ci hanno messo a Sassa e qui i ladri continuano a rubare le nostre cose, nel disinteresse più totale». Basta scorrere l’elenco del fabbisogno economico per capire che quella delle palazzine Ater è un’emergenza sociale a tutti gli effetti: servono 39 milioni di euro per gli interventi di competenza Ater, oltre 45 per quelli del Provveditorato. Il totale fa circa 85 milioni. Tanti, ma non tantissimi rispetto alla mole di risorse per la ricostruzione. Tantissimi sono i sette anni di nulla.

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