Vaiolo delle scimmie, il contagiato in Abruzzo è un 40enne di Tortoreto. Tornava da Madrid

Vaiolo delle scimmie, il contagiato in Abruzzo è un 40enne di Tortoreto. Tornava da Madrid
di Alessandro Misson
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Venerdì 29 Luglio 2022, 08:48

Da ieri non ha più febbre, ma presenta ancora tutti gli altri sintomi: dolori articolari, muscolari e le classiche eruzioni cutanee. Il 40enne di Tortoreto, primo abruzzese ad aver contratto il vaiolo delle scimmie al rientro dalla Spagna, resta ricoverato in osservazione all'ospedale Mazzini di Teramo. Le sue condizioni sono buone e il reparto di Malattie infettive, guidato dal dirigente medico Antonella D'Alonzo, sta valutando in queste ore se sia pronto per la terapia antivirale di 14 giorni, da avviare in ospedale e da proseguire eventualmente a casa. Parallelamente il Servizio igiene e sanità pubblica della Asl, guidato dal dirigente medico Ida Albanesi, ha avviato il tracciamento dei contatti, monitorando lo stato di salute delle persone che il 40enne ha frequentato in maniera stretta dal rientro in Italia, in particolare la madre con la quale condivide la stessa abitazione sulla costa.

Dopo aver diagnosticato il primo caso di Covid 19 in Abruzzo al 50enne milanese in vacanza a Roseto a febbraio del 2020, anche stavolta la dottoressa Antonella D'Alonzo ha individuato al primo colpo il paziente uno abruzzese affetto da Monkeypox. Diagnosi poi confermata dalle analisi del laboratorio di microbiologia e virologia dell'ospedale di Pescara, centro di riferimento regionale della Regione Abruzzo: «Abbiamo seguito le linee guida del Ministero della Salute, la Asl di Teramo era pronta da maggio per un'evenienza del genere - conferma al telefono la dottoressa D'Alonzo - Dall'anamnesi per telefono, al confronto con il medico di base, fino a quando il paziente si è presentato spontaneamente in ospedale per il ricovero, fino alla conferma del virologo Paolo Fazii, sono passate appena 24 ore.

Eravamo davvero pronti».

Il tortoretano avrebbe contratto il virus al rientro da un viaggio a Madrid, una delle zone d'Europa con la più alta incidenza del nuovo virus. Per lavoro il 40enne si divide tra Italia e Spagna, ma circa tre settimane fa ha iniziato a stare male. Fino alla comparsa dei sintomi, dell'eruzione cutanea e poi della febbre: «Sospettando potesse trattarsi di vaiolo delle scimmie lo abbiamo visitato con tempestività ed estrema attenzione, decidendo per il ricovero e l'avvio della terapia ospedaliera - prosegue la dottoressa - In tutta l'azienda sanitaria c'è un grande senso di responsabilità. L'abbiamo avvertita con il Covid, quando abbiamo messo in moto un sistema che prima non esisteva, e l'abbiamo avuta con questo primo caso di vaiolo delle scimmie. Non bisogna mai abbassare la guardia e procedere con estrema cautela». Da malattia altamente contagiosa e letale, debellata nel 1979 e ormai presente solo negli arsenali batteriologici, il vaiolo è riemerso quest'anno a livello mondiale con la variante delle scimmie. E si è tornato anche a parlare di vaccinazione: «È da valutare - ha dichiarato la dottoressa D'Alonzo - Vedremo l'evoluzione clinica dei casi, ma sicuramente la vaccinazione va tenuta in considerazione».

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