Non c’è alcun allarme Monkeypox virus (vaiolo delle scimmie) in Abruzzo al momento: c’è grande attenzione in tutta Italia, ma le preoccupazioni sorte a seguito dei casi di vaiolo delle scimmie sono infondate. Gli esperti rassicurano la popolazione sulla attuale situazione epidemiologica, spiegando che «non è una nuova malattia, ma è conosciuta dal 1970».
L’infettivologo Alessandro Grimaldi, primario di Malattie infettive dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila, manda un messaggio rassicurante a tutti i cittadini: «L’attenzione è alta in Abruzzo come nel resto del mondo, ma non siamo di fronte a un allarme, la trasmissione non avviene facilmente e occorrono rapporti molto stretti. Come tutte le malattie trasmissibili devono essere tenute sotto controllo ma senza allarmismi inutili». Il ministero della Salute sta monitorando i casi di vaiolo delle scimmie segnalati in Italia, allertando le Regioni per un tracciamento degli eventuali casi, ma Grimaldi al Messaggero precisa che si tratta di una procedura normale: «I casi fortunatamente sono pochissimi. Il ministero ha inviato una nota a tutti i reparti interessati, ma questo accade ogni volta che c’è una malattia infettiva potenzialmente trasmissibile, che viene quindi segnalata se c’è un caso nuovo. Allo stato attuale non desta preoccupazione ed esistono già da tempo dei vaccini».
I primi casi dunque risalgono a oltre 50 anni fa: «Era una malattia attenzionata da tempo in Africa, abbiamo avuto negli anni dei casi sporadici in Europa, ma principalmente è una malattia che non interessa il nostro Paese - spiega il dottor Grimaldi - Uno dei problemi potrebbe essere l’importazione degli animali esotici, che possono essere potenziali portatori del virus, del resto il 70% delle infezioni che interessano l’uomo sono antropozoonosi, malattie infettive o parassitarie proprie degli animali e trasmissibili da questi all'uomo».