Vaccini, per gli anziani prenotano i carabinieri: il progetto illustrato alla fine della messa

Vaccini, alle prenotazioni ci pensano i carabinieri: il progetto illustrato alla fine della messa
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Martedì 20 Aprile 2021, 11:36

«Agevolare la popolazione ultrasessantenne che abita in località rurali o comunque isolate, con minore dimestichezza nell’utilizzo del web o nessun accesso alla rete, attraverso la compilazione, presso le caserme o a domicilio, per coloro che sono impossibilitati a spostarsi, dei format richiesti per l’adesione alla campagna vaccinale». E' l’indicazione del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, alla quale il Comando Provinciale di Teramo ha subito aderito con la collaborazione della Diocesi di Teramo-Atri e dei sindaci della provincia.

L’avvio dell’iniziativa è stata pubbliczzata anche attraverso i siti web e i canali social dei Comuni. Anche la Diocesi di Teramo-Atri, con il vescovo Lorenzo Leuzzi in prima fila, ha fornito un grosso contributo alla capillare diffusione dell’iniziativa. I parroci della diocesi consentiranno ai comandanti delle Stazioni dell’Arma di illustrarla al termine delle funzioni religiosi. L’iniziativa permetterà ai cittadini ultrasessantenni privi di un personal computer o di una connessione internet, o che non abbiano particolare dimestichezza con gli strumenti informatici, di potersi recare presso una qualsiasi stazione dei carabinieri dove, con le dotazioni telematiche dell’Arma, potranno accedere alla piattaforma di Poste Italiane e aderire alla campagna vaccinale con il sostegno di un operatore.

La stessa assistenza sarà fornita a domicilio a richiesta degli anziani impossibilitati a recarsi personalmente in un presidio dell’Arma. Per l’esigenza saranno utilizzati i tablet in dotazione alle caserme.

Il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Emanuele Pipola, raccomanda ai cittadini interessati di contattare la stazione  carabinieri più vicina per concordare le modalità di accesso a questo importante servizio. L’iniziativa è solo l’ultima espressione, in ordine di tempo, del maggiore sostegno alla popolazione che l’Arma dei carabinieri ha garantito sin da subito nell’emergenza Covid-19. Durante la prima ondata della pandemia, fu rilevata in provincia di Bergamo la difficoltà di approvvigionamento dell’ossigeno per i pazienti domiciliari e la relativa ridotta disponibilità di bombole da parte anche delle aziende distributrici di gas medicale. Anche in provincia di Teramo, le stazioni dell’Arma, contattarono allora tutti i farmacisti dei rispettivi territori affinché localizzassero le bombole vuote o inutilizzate ancora in possesso di pazienti in assistenza domiciliare, deceduti o ricoverati in luoghi di lunga degenza, per poi provvedere al loro recupero per il successivo affidamento alle aziende specializzate che ne hanno infine curato il reimpiego secondo necessità. Sempre nell’ambito delle iniziative volte al sostegno della popolazione in costanza della situazione epidemica, è stata avviata una collaborazione nazionale con la Società Poste Italiane finalizzata a prevedere, limitatamente al periodo emergenziale, il ritiro delle pensioni da parte delle stazioni carabinieri in favore degli ultrasettantacinquenni impossibilitati a raggiungere gli uffici postali. Gli interessati possono tuttora chiedere il servizio telefonicamente alle stazioni dell’Arma o al numero verde 800 556 670 dedicato da Poste Italiane. Il comandante della stazione carabinieri competente per territorio si recherà successivamente presso l’abitazione del richiedente per la sottoscrizione della delega.

La tutela delle fasce deboli è stato anche l’obiettivo di una serie di incontri con la popolazione, fortemente voluti dal comando provinciale dei carabinieri di Teramo – e anche in questo caso realizzati in collaborazione con la Diocesi di Teramo-Atri - durante i quali sono state divulgate semplici regole di comportamento utili ad evitare le truffe, sempre più frequenti soprattutto nei confronti delle persone più anziane. «La diffusione del coronavirus ha determinato una flessione solo modesta del fenomeno, perché nel periodo di chiusura i truffatori, non potendo muoversi fisicamente, hanno imperversato sulla rete. Da qui la rinnovata necessità avvertita dall’Arma, di diffondere le modalità di comportamento da tenere per tutelarsi dalle truffe, approfittando della più diffusa forma di aggregazione offerta dalla chiesa e della disponibilità dei parroci della provincia: la celebrazione della messa»

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