Condannata a 4 mesi di reclusione, con la condizionale, una donna di 44 anni inizialmente accusata di maltrattamenti in famiglia. L'ipotesi di reato è stata però riqualificata in minaccia aggravata e sull'entità della pena ha pesato il parziale vizio di mente accertato in sede di incidente probatorio.
I fatti avvennero in una località della provincia di Pescara a partire dal 2017. Secondo l'accusa la donna, originaria del nord Italia, in seguito all'abuso di sostanze alcoliche maltrattò ripetutamente i genitori. «Infliggendo loro sofferenze fisiche e morali si legge sul capo di imputazione - tali da rendere abitualmente dolorosa e mortificante la convivenza familiare e da costringerli a vivere in un costante stato di paura e soggezione psicologica». In più occasioni avrebbe inveito contro la madre e il padre, quest'ultimo invalido civile, con ingiurie e parolacce. Altre volte avrebbe rivolto frasi minacciose all'indirizzo degli anziani genitori. «Prendo una tanica di benzina avrebbe detto un giorno e vi do fuoco».
In alcune circostanze diede in escandescenza anche fisicamente, all'interno dell'abitazione familiare, rompendo svariati oggetti e mandando in frantumi i vetri delle porte.
Secondo il perito l'imputata, assistita dall'avvocato Carlo Corradi, è invece in possesso delle capacità necessarie per prendere parte al processo e non è socialmente pericolosa sotto il profilo psichiatrico.