Urla agli anziani genitori: «Vi do fuoco». Condannata a 4 mesi

Urla agli anziani genitori: «Vi do fuoco». Condannata a 4 mesi
di Stefano Buda
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Martedì 21 Settembre 2021, 07:51

Condannata a 4 mesi di reclusione, con la condizionale, una donna di 44 anni inizialmente accusata di maltrattamenti in famiglia. L'ipotesi di reato è stata però riqualificata in minaccia aggravata e sull'entità della pena ha pesato il parziale vizio di mente accertato in sede di incidente probatorio.

I fatti avvennero in una località della provincia di Pescara a partire dal 2017. Secondo l'accusa la donna, originaria del nord Italia, in seguito all'abuso di sostanze alcoliche maltrattò ripetutamente i genitori. «Infliggendo loro sofferenze fisiche e morali si legge sul capo di imputazione - tali da rendere abitualmente dolorosa e mortificante la convivenza familiare e da costringerli a vivere in un costante stato di paura e soggezione psicologica». In più occasioni avrebbe inveito contro la madre e il padre, quest'ultimo invalido civile, con ingiurie e parolacce. Altre volte avrebbe rivolto frasi minacciose all'indirizzo degli anziani genitori. «Prendo una tanica di benzina avrebbe detto un giorno e vi do fuoco».

In alcune circostanze diede in escandescenza anche fisicamente, all'interno dell'abitazione familiare, rompendo svariati oggetti e mandando in frantumi i vetri delle porte.

Per queste ragioni era stata sottoposta alla misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai genitori. Inoltre il Gip aveva disposto l'incidente probatorio, per verificare la capacità di intendere e di volere dell'imputata, alle prese con problemi psichici. In quell'occasione il perito concluse per la semi infermità mentale, attestando che la donna, all'epoca dei fatti, era affetta da «disturbo bipolare, in associazione con disturbo borderline di personalità e disturbo da abuso di alcol» e dunque si trovava in «condizioni di mente tali da scemare grandemente la propria capacità di volere».

Secondo il perito l'imputata, assistita dall'avvocato Carlo Corradi, è invece in possesso delle capacità necessarie per prendere parte al processo e non è socialmente pericolosa sotto il profilo psichiatrico.

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