Uno dei segreti più oscuri del nazismo nel romanzo “Il male degli angeli” di Luisa Gasbarri

Luisa Gasbarri
di Goffredo Palmerini
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Lunedì 8 Marzo 2021, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 16:30

L'AQUILA Il romanzo "Il male degli angeli" di Luisa Gasbarri (Baldini+Castoldi) rappresenta un esperimento originale nella narrativa italiana. La scrittrice abruzzese di Chieti ci aveva già abituati a un romanzo aperto a soluzioni nuove, capace di seminare nel lettore il dubbio, se non qualcosa di peggio. Stavolta la suggestione cresce ancor più perché la suspense del thriller si coniuga con la Storia peggiore degli ultimi secoli, quella che dagli anni Trenta vede nascere ed il nazismo. Due le vicende principali sulle quali si snoda il racconto: l’indagine di una giovane funzionaria ebrea dell’Interpol, Sara, oggi alle prese con singolari sparizioni di donne troppo simili tra loro, e l’amicizia tra la tedesca Sigrun e la compagna di collegio Miriam, perseguitata e costretta a rinunciare alla sua identità etnica nella Berlino sull’orlo della Seconda guerra mondiale.

A rendere attraente la Storia è proprio lo svelarne gli aspetti meno noti. E qui le sorprese fioccano a ritmo vertiginoso. In una Germania in profonda crisi economica attratta da ogni filosofia dell’irrazionalità, non ultima quella d’un misticismo orientato all’attesa del nuovo Messia, ogni segreto occulto si carica di possibilità inedite, nell’illusione della rivalsa imminente. Ed ecco muoversi intorno ai grandi gerarchi nazisti figure storiche assai meno note, eppure di indiscutibile fascinazione, come le donne medium che si riunirono intorno a Hitler assicurandogli il favore dell’alleato più indiscreto e pericoloso. Su tutte Maria Orsitsch, donna magnetica dalle ambigue frequentazioni, e dagli altrettanto ambigui poteri.

Rileggere la Storia nella contemporaneità, data la precarietà globale che stiamo attraversando, appare sempre più necessario: lo sguardo critico sul mondo permette all’essere umano di salvarsi, perché prelude a scelte coscienti e consapevoli dell’agire etico. E la scelta dietro l’agire si configura come il vero, profondo tema del libro, palese già nel titolo, per la sua drammatica e illogica improponibilità richiama per contrasto l’assenza del Bene, inteso quale atto d’arbitrio salvifico, pur nella banalizzazione dei valori su cui Hannah Arendt ci spinge ancora a riflettere con tanto acume. Tutti i personaggi del romanzo sono quindi alle prese con l’incerto definirsi della loro identità, e dunque con le conturbanti scelte morali che ne derivano: Sara è insofferente verso il suo lavoro, Maria verso la maternità, Sigrun vive male la propria missione all’interno del Reich, Desmond non riesce a far pace con i rimorsi, Sveva con la sua sessualità, Milos con la sua bellezza… Tra conflitti non sanati e colpi di scena la resa dei conti però arriva sempre.

Il maggior merito degli scrittori è la loro capacità di avvicinarci all’inesplorato, all’imprevedibile, raschiando il fondo del cuore umano alla ricerca di quelle emozioni nascoste.

Specie se di emozioni femminili si tratta. In questo romanzo le donne sono protagoniste assolute: riescono ad essere complici, vittime, carnefici, collaborazioniste, delatrici e dissidenti. Nessun ruolo è loro precluso, perché ogni possibilità è loro concessa, con tutte le implicazioni morali che la scelta comporta. In un momento in cui le donne balzano ogni giorno all’attenzione dei media, si pensi ai femminicidi o alle violenze di cui sono vittime dovunque nel mondo, la lettura di questo romanzo induce a guardarle in modo nuovo, a percepire la forza di cui possono dar prova, la solidarietà che può animarle, qui indagata in seno ad uno dei regimi più spietati della storia.

Nel romanzo la ricostruzione storica tra passato e presente, tra Roma e Berlino, s’affianca a un’indagine potente, in un thriller intenso che svela i retroscena più taciuti dai servizi segreti americani e solleva inquietanti interrogativi, tenendo il lettore col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

Luisa Gasbarri è nata a Chieti. Docente di Lettere, è saggista, sceneggiatrice e studiosa di storia delle donne. Questo è il suo secondo romanzo.

Goffredo Palmerini

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