Svolta nel caso del ragazzino di Tortoreto: non verrà strappato al papà

Svolta nel caso del ragazzino di Tortoreto: non verrà strappato al papà
di Rosalba Emiliozzi
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 15:15

Marco resta con il papà. Dietrofront del Tribunale dei Minori dell’Aquila che ieri ha sentito per 40 minuti il ragazzino di 14 anni e dopo il lungo colloquio il presidente Cecilia Angrisano e il giudice onorario hanno sospeso il decreto che disponeva il collocamento del quattordicenne di Tortoreto dalla madre, che vive nelle Marche, lasciandolo al padre con quale vive da tre anni.

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«Il ragazzino è sollevato - riferisce l’avvocato Romina D’Agostini - ha spiegato al giudice le sue ragioni, dimostrando che a 14 anni si può essere in grado di fare valere il proprio pensiero». Per Marco finisce un incubo iniziato il 2 gennaio scorso con il primo tentativo di portarlo via da casa: alla sua porta bussarono assistente sociale, polizia municipale e una pattuglia di carabinieri. Padre e figlio, che non avevano ricevuto la notifica di nessun provvedimento, non aprirono e il ragazzino da dietro la porta disse alla vigilesse: «Voglio restare con papà, qui sto bene, la mia vita è a Tortoreto». Ma nessuno gli diede ascolto tanto che, sempre in assenza di un decreto depositato in cancelleria, il 10 gennaio si tentò di nuovo di sottrarre il ragazzino al padre, ma il 14enne nel frattempo si era ammalato e il papà esibì il certificato medico. 

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Il 13 gennaio finalmente la notifica del decreto del Tribunale dei minori che disponeva, a sorpresa, l’affidamento del ragazzino ai servizi sociali e il collocamento presso la madre e al padre veniva sospesa la responsabilità genitoriale. E il 21 gennaio, terzo tentativo di prelevare il 14enne da casa. Perché tutto questo? «G.D. ha progressivamente inasprito atteggiamenti conflittuali con l’ex coniuge, ostacolando i rapporti del figlio minore con la madre e ha assunto un atteggiamento oppositivo con il servizio sociale e con gli operatori della comunità impedendo perfino gli incontri protetti disposti dal giudice» è scritto nel decreto. Ricostruzione che il padre ha contestato in appello. La prima udienza è fissata il 3 marzo e si discuterà anche dell’atteggiamento dell’assistente sociale che G. D. ha denunciato, e degli incontri «non certo protetti con la madre» ha detto il papà. Il 3 marzo si affronterà anche la sospensione della responsabilità genitoriale di D. G., 53 anni, capo reparto in mobilità.

Per ora padre e figlio restano insieme e da oggi Marco tornerà a scuola, a Giulianova, dove manca da giorni per malattia (ha avuto una bronchite e un forte stato d’ansia). «Il ragazzino ha vissuto quasi un mese nel terrore di essere preso con la forza e portato via da casa o da scuola - dice l’avvocato D’Agostini - ieri abbiamo avuto assicurazione dal giudice che questo non avverrà e attendiamo a breve il provvedimento». Poi una riflessione. «Senza il clamore mediatico che ha suscitato questo caso non so se sarebbe andata a finire così - dice il legale - Eppure il ragazzino fin da subito ha chiesto di essere ascoltato e ha anche scritto una lettera al giudice dicendo di volere rimare con il padre».

Il caso è stato anche paragonato a Bibbiano e il senatore Simone Pillon (Lega) ha presentato un'interrogazione al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede (M5S) che a breve verrà discussa.

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