Morte di Giulia Di Sabatino, il mistero di Claudia che chiede foto osé. «Dietro la chat nascosta l'imputato»

Morte di Giulia Di Sabatino, il mistero di Claudia che chiede foto osé. «Dietro la chat nascosta l'imputato»
di Teodora Poeta
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 10:37

Ruota tutto attorno alla ricostruzione delle date il processo che vede imputato il 30enne di Giulianova Francesco Giuseppe Totaro, per gli amici Peppe (difeso dall’avvocatessa Donatella Tiberio), accusato di induzione alla prostituzione minorile e pornografia minorile. L’accusa ha chiesto che nel dibattimento possa entrare la relazione del consulente rimessa nell’ambito del procedimento, poi archiviato, sulla morte della giovane Giulia Di Sabatino, questo per andare alla ricerca a ritroso nel tempo di prove fotografiche risalenti addirittura al 2013.

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I CONSULENTI Ieri, intanto, in aula è stato il giorno dei due consulenti dell’accusa, Davide Ortolano che aveva fatto accertamenti sul cellulare di Giulia in seguito alla sua morte, e Biasini che ha lavorato sull’hard disk del pc sequestrato a Totaro e su una pen drive. Dal telefonino della ragazza di Tortoreto ritrovata morta la notte del suo 19esimo compleanno, nel 2015, sotto il cavalcavia dell’A14, sono state estrapolate le conversazioni con Totaro: 1.176 messaggi whatsapp scambiati da gennaio a maggio del 2015, oltre a 23 messaggi su Facebook da novembre del 2014 a luglio del 2015. Ortolano in aula ha anche spiegato che quando è andato ad analizzare il telefonino di Giulia ha notato pure 278 messaggi scambiati con una ragazza di nome Claudia, dietro la quale presumibilmente si celava Totaro. «Sono l’amica di Peppe», così si era presentata questa Claudia, ma ad aprile del 2015 Giulia si sarebbe accorta della sua vera identità, tant’è che ha iniziato a chiamarlo Peppe. E anche in quella chat, fingendosi molto probabilmente una ragazza, l’imputato aveva chiesto a Giulia di inviargli delle foto hard, la sua passione.

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IL MISTERO La fantomatica Claudia pure gliene aveva mandate e addirittura aveva detto a Giulia di avergliene scattate alcune a sua insaputa con la complicità di altre ragazze da lei conosciute. Tutte quelle foto oggi sono agli atti, ma è fondamentale risalire alle loro date per poter dare forza alla pesante accusa mossa nei confronti dell’imputato. Nella pen drive sequestrata dagli investigatori a marzo del 2017, il consulente Biasini ha confermato di aver trovato tutto catalogato: tre cartelle con i nomi di altrettante ragazze, compreso quello di Giulia, nelle quali c’erano complessivamente 70 foto risalenti anche al 2013. Nell’hard disk, invece, c’era una copia in formato pdf del contratto tra Totaro e una di quelle ragazza per le prestazioni sessuali. Gli unici a costituirsi parte civile sono stati i genitori di Giulia Di Sabatino, Luciano e Meri Koci (assistiti dagli avvocati Antonio Di Gaspare e Gianfranco Di Marcello), che stanno continuano a portare avanti la battaglia per chiedere verità e giustizia per la morte della figlia, considerata da loro un omicidio e non un suicidio come ha archiviato l'indagine la Procura di Teramo.

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