Niente. Solo uno spazio vuoto, quello una volta occupato dalla vecchia casa di famiglia dove sono cresciuti suo padre e sua zia e le macerie. «Mi è venuto un magone. Non sapevo cosa fare». La risposta l’hanno trovata andando al Comune di Nerito di Crognaleto, nell’ordinanza del sindaco, mai notificata per errore a suo padre, che risulta l’utilizzatore del bene. «Ritenuto come i danni riportati dal fabbricato oggetto di segnalazione siano riconducibili in parte alla vetustità del fabbricato – si legge nell’ordinanza numero 8 del 5 settembre 2018 – e in parte agli eventi sismici e nevosi che dal 24 agosto 2016 hanno coinvolto il Comune di Crognaleto; ordina la realizzazione in somma urgenza delle opere di demolizione e/o messa in sicurezza del fabbricato sito lungo la S.S. 80 al km 38+200 sul lato sx al fine di salvaguardare la pubblica e privata incolumità». Disponendo, però, la notifica ad Esposito Bettino, mai fatta. «Non è stato facile dirglielo a mio padre che casa sua non c’è più – ha voluto sottolineare il figlio di Bettino -. Ormai è una persona di 90 anni e tutta la sua vita è legata ai ricordi».
er questo motivo la famiglia si è già rivolta ad un legale. In quella casa, seppur vecchia, all’interno c’erano ancora custoditi mobili, fotografie, documenti sull’immobile e altri oggetti di valore affettivo che ormai non si sa che fine abbiano fatto. Tutto finito sotto le macerie quando le ruspe sono arrivate e hanno cancellato i sacrifici di chi quelle pietre le aveva lavorate a mano. Ma adesso Bettino e sua sorella Ida, tramite il legale, chiedono la restituzione di quelle pietre che i loro genitori hanno realizzato. Vogliono che la ditta le ritrovi e gliele restituisca, anche perché era loro diritto, se l’ordinanza gli fosse stata notificata, opporsi oppure evitarla in altro modo.
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