Truffa del pacco, 85enne “salassata” dal falso nipote: la figlia scopre tutto

Truffa del pacco, 85enne “salassata” dal falso nipote: la figlia scopre tutto
di Tito Di Persio
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Giovedì 26 Agosto 2021, 08:36

Una truffa, riuscita solo a metà, a discapito di una donna di 85 anni, è avvenuta l'altro ieri mattina a Teramo. L'anziana ha ricevuto una telefonata in cui un uomo, spacciandosi per nipote, le chiedeva di ritirare per suo conto, poiché in vacanza fuori regione, un pacco postale contenente un accessorio essenziale per il suo computer, con pagamento di 4.000 euro in contanti. Poco alla sua porta ha suonato il falso postino che, non ricevendo l'intera somma richiesta ma soli 250 euro che la donna custodiva in casa, le ha chiesto di saldare con monili in oro che avrebbero potuto monetizzare cambiandolo ad un compro oro così da coprire l'importo totale se sufficienti, riservandosi di comunicarle il valore per l'eventuale integrazione appena rientrato in ufficio. E la 85enne ha dato tutto l'oro che conservava in casa.

Venti minuti più tardi, il truffatore non soddisfatto, ha chiamato la signora dicendole che mancavano ancora 1.800 euro: l'anziana donna si è così subito recata in un ufficio postale per ritirare l'importo.

Solo una telefonata fatta alla figlia, che la rassicurata che stavano tutti bene ed erano in vacanza il Liguria, ha svelato la truffa: l'anziana ha chiamato il 113 che ha inviato subito una Volante. Evidentemente nei pressi dell'abitazione, visti gli agenti, il falso postino ha desistito dal proseguire nella truffa e dal farsi consegnare gli altri 1.800 euro prelevati dalla donna. Subito si sono attivate le indagini per cercare di risalire all'identità del truffatore. Gli agenti si sono fatti descrivere l'uomo dalla donna ed hanno prelevato i filmati di videosorveglianza nella zona. Comunque al momento l'uomo, e molto probabilmente i sui complici, hanno fatto perdere le loro tracce. La polizia invita soprattutto le persone anziane a non consegnare nulla ad estranei, specie soldi e gioielli, se non previa verifica con i parenti, rivolgendosi direttamente al 113.

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