Primario di Cardiochirurgia, la Asl: «La nostra sarà una scelta trasparente»

Il manager Maurizio Di Giosia. Primario di Cardiochirurgia, la Asl: «La nostra sarà una scelta trasparente»
di Teodora Poeta
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Mercoledì 23 Febbraio 2022, 09:18

Torna come un mantra la «trasparenza» di cui la Asl di Teramo si vanta di adottare nel prendere le decisioni, come se qualcuno lo avesse messo in dubbio. Cosa mai successa, né ipotizzata, anche perché, ad onor del vero, quando lo scorso luglio abbiamo iniziato a parlare del primo concorso a tempo determinato da primario della Cardiochirurgia dell’ospedale Mazzini, quello poi revocato, di telefonate ne sono state fatte parecchie e a molte di queste non è seguita alcuna risposta. Com’è successo adesso che ci sarebbe piaciuto parlare con il terzo nella terna in ordine di valutazione da parte della commissione esaminatrice, il cardiochirurgo Filippo Santarelli, ma nonostante le chiamate e le e-mail, non abbiamo ricevuto nessun contatto. E mentre tutti sono ancora in attesa della nomina di questo primario a distanza ormai di oltre un mese dal colloquio, ieri, è stata la Asl a inviare un comunicato stampa in cui, appunto, dicono che è loro premura voler «assicurare che la direzione generale adotterà le proprie decisioni nella massima trasparenza e serenità, come ha sempre fatto per tutti i concorsi, e nel pieno rispetto delle norme».

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«Il mio obiettivo prioritario è operare per il bene della comunità teramana - scrive il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia - e la mia scelta sarà unicamente influenzata dalla necessità di fare un investimento per il futuro, in modo da consolidare e rafforzare l’attività della nostra Cardiochirurgia, che purtroppo nell’ultimo periodo è stata considerata trampolino di lancio verso altre mete».

Un aspetto, quello della mobilità passiva, che pesa molto sul bilancio della Asl e che ha diverse chiavi di lettura perché bisogna considerare che la Cardiochirurgia è legata a doppia mandata con la Cardiologia e gli specialisti di quest’ultima branca medica sono considerati i cosiddetti gatekeeper con la capacità di poter indirizzare i pazienti dopo la diagnosi per l’intervento dove gli è più congeniale. Una verità dura, ma incontestabile. Ed è proprio in questi strani meccanismi che qualunque Asl, compresa quella di Teramo, deve saper scegliere il miglior primario e affiancargli la miglior squadra.

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LA ROSA  A Teramo, adesso, la scelta è tra due medici già primari, Salvatore Lentini, 60 anni, di un ospedale in Sudan di Emergency e Giovanni Mariscalco, 45 anni, del Glenfield hospital di Leicester in Gran Bretagna, oltre a Filippo Santarelli dell’ospedale di ricerca fondazione Monasterio di Massa. Quest’ultimo è un dirigente medico di primo livello, 57 anni da compiere ad aprile, che ha avuto un breve periodo di lavoro in Francia, dopodiché è rientrato in Italia dove si è specializzato nelle tecniche di cardiochirurgia mininvasiva. I curriculum di tutti e tre i candidati sono online. In nove avevano presentato la domanda a questo concorso, ma solo quattro si sono poi presentati al colloquio lo scorso 19 gennaio, con l’ultimo escluso dalla terna. L’ultima parola, adesso, spetterà al direttore generale, Maurizio Di Giosia, il quale, però, se dovesse nominare primario uno dei due candidati che non ha conseguito il miglior punteggio, dovrà motivare la scelta analiticamente, a quanto pare su relazione del direttore sanitario, Maurizio Brucchi. Una scelta, a questo punto, che non dovrebbe tardare ad arrivare con la Cardiochirurgia di Chieti, diretta dal primario Umberto Benedetto, che è già entrata in feeling con Teramo proprio nell’ottica della rete regionale che si vorrebbe creare. Benedetto è in attesa del completamento di una sala ibrida che gli consentirà di aumentare i volumi di interventi sempre meno invasivi, ciò in cui spera anche il Mazzini.

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