Il figlio accusa: «Mia madre morta dopo le dimissioni dall’ospedale, rubata anche la carrozzina»

Il figlio accusa: «Mamma deceduta dopo le dimissioni dall ospedale, rubata anche la carrozzina»
di Maurizio Di Biagio
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 11:25

Il teramano Christian Recchilungo vuol fare chiarezza sulla morte di sua madre Loredana, 68 anni, avvenuta la sera di sabato del 12 febbraio, il giorno dopo essere stata dimessa dall’ospedale Mazzini di Teramo. Sostiene che «non sia stata adeguatamente curata e dimessa quando invece doveva essere ancora tutelata». Non ha pace il barman teramano che solo pochi giorni fa ha sporto una denuncia ai carabinieri perché si faccia luce sulla morte della mamma. Nell’esposte alle forze dell’ordine riferisce anche di una sedia a rotelle, che gli sarebbe stata sottratta in ospedale, e che il figlio aveva portato con sé per gli spostamenti necessari della madre.

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Recchilungo, 50 anni, ha spiegato che in passato sua madre era stata sottoposta ad operazioni chirurgiche e a cure chemioterapiche, perché paziente oncologica, «ma nonostante la malattia ha continuato a vivere abbastanza bene, in maniera del tutto autosufficiente» chiarisce. Ciò nonostante negli ultimi tempi soffriva di disturbi legati all’apparato digerente «che le provocavano dolori e fastidi causando perdita di peso e difficoltà a digerire».Così Christian, il 29 gennaio scorso, si decide a portarla al Mazzini, «al reparto medicina», dove verrà ricoverata e sottoposta ad accertamenti, fino a venerdì 11, quando verrà dimessa. «Anche se una dottoressa del reparto ritenesse che stesse ancora male, soprattutto perché visibilmente debole, tanto da non riuscire a stare seduta sul letto senza appoggiare la schiena, circostanza questa davvero inusuale per una donna come lei che anche dopo operazioni chirurgiche invasive aveva comunque sempre mostrato di reagire positivamente con forza».

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FURTO Il barman teramano aggiunge che nel giorno del ricovero, il 29 gennaio, gli sarebbe stata «rubata» una sedia a rotelle prestata da sua zia. Una volta portata a casa, l’11 febbraio, la madre continuava a lamentare «continui dolori e difficoltà di movimento e problematiche di respirazione oltre che difficoltà a nutrirsi.

Quel pomeriggio aveva mangiato solo due cucchiaini di yogurt, ma rimessi subito, la notte non riusciva a respirare bene e gli faceva male il petto». Nel frattempo il figlio aveva notato nel suo corpo anche piaghe da decubito «che non aveva quando è stata ricoverata» assicura. Chiama il 118 e giunge un’autoambulanza che la porta al Mazzini, in rianimazione: qui sabato 12 febbraio lascerà il reparto per sempre, morendo a causa di blocco renale e di un’insufficienza respiratoria e cardiaca. «Tutto ciò accadeva a distanza di appena un giorno da quando era stata dimessa contro la mia volontà e dopo grandi sofferenze. Mi sono persuaso che mia madre non sia stata adeguatamente curata».

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