Profugo ucraino di 46 anni muore dopo la somministrazione di un farmaco: slitta l'autopsia

Profugo ucraino di 46 anni muore dopo la somministrazione di un farmaco: slitta l'autopsia
di Teodora Poeta
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Venerdì 2 Dicembre 2022, 10:26

E’ giallo sulla morte di un profugo ucraino deceduto martedì scorso all’ospedale di Atri, in provincia di Teramo, dopo aver ricevuto la somministrazione di un farmaco di cui faceva uso, prescritto sembrerebbe per i suoi problemi di salute. L’uomo era un ex ufficiale della polizia ucraina, aveva 46 anni, ed era arrivato in Italia da qualche mese. Qui alloggiava insieme alla moglie e a una figlia all’hotel Costa Verde di Pineto dove sono stati accolti numerosi profughi. Il pm Davide Rosati ha già aperto un fascicolo, al momento ancora contro ignoti, per consentire di poter svolgere l’autopsia che per adesso è slittata perché gli inquirenti stanno rintracciando un altro stretto familiare dell’uomo che vive all’estero quale eventuale parte lesa che potrà poi nominare, eventualmente, un proprio consulente per partecipare all’esame irripetibile, quale è l’autopsia. Al momento quello che emerge è che il 46enne potrebbe aver avuto una reazione allergica al farmaco.

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A somministrarglielo è stato un familiare con il suo consenso. Un aspetto, anche questo, che la magistratura sta approfondendo. A dare l’allarme, nella tarda serata di lunedì, è stato proprio il familiare. Dopodiché la corsa disperata al pronto soccorso di Atri in ambulanza dove, però, l’uomo è purtroppo deceduto lasciano nel più profondo dolore i familiari. Stando ai primi accertamenti, sarebbe emersa la presenza di una sostanza nel farmaco che poco prima gli era stato somministrato e che potrebbe aver causato la morte. Da qui la segnalazione agli agenti del commissariato di Atri che hanno fatto scattare l’inchiesta ora aperta da parte della magistratura. Una vicenda che solo l’autopsia potrà chiarire, partendo proprio da quel consenso l’uomo stesso avrebbe dato per la somministrazione del farmaco.
 

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