Morto a 90 anni il liutaio Biagio De Matteis

I funerali saranno celebrati domani, mercoledì 5 ottobre, alle 10 in Cattedrale.

Morto a 90 anni il liutaio Biagio De Matteis
di Maurizio Di Biagio
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Martedì 3 Ottobre 2023, 10:24

Si poteva considerare l’ultimo dei liutai a Teramo. Il suo segreto nel realizzare i violini era «tutto nella colla» diceva. «Voglio essere dimenticato», concluse nella sua intervista di gennaio scorso a Il Messaggero. «Non mi servono gli applausi, non sono fatto per le scene da teatro. Sono uno, come si dice dalle nostre parti, terra terra».
Biagio De Matteis, che il 3 novembre avrebbe compiuto 91 anni, se n’è andato ieri dopo una malattia nella sua casa di via D’Annunzio, in pieno centro di Teramo. Lascia la moglie Alba e i figli Maria Assunta e Berardo. Nel corso della sua carriera di liutaio ha realizzato una decina di violini e due di questi li conservava gelosamente in casa: uno ancora incompiuto «perché – disse – manca un pezzo di abete rosso che si vende a Cremona o nel Tirolo». Era solito esibire un codino bianco come un batuffolo d’ovatta e in mano agitava un bastone con cui ispezionava casa. Sotto il letto conservava gelosamente le custodie (lui le chiamava «le casse da morto») con le sue opere d’arte. Il suo primo pezzo lo concepì nel 1983: di solito ci impiegava quasi due mesi e nel farli disse che si ispirava agli Stradivari. Spiegò di non aver avuto maestri, era «un autodidatta», rimarcava con fierezza.

I suoi primi anni di vita li passò in campagna a Garrufo di Campli. Era la sua passione, lui che aveva sempre fatto il fotografo in via Veneto: «Ero uno dei migliori e servivo la meglio noblesse cittadina», raccontò. Diceva di custodire gelosamente un Guarneri del 1735 «autentico, fatto da Joseph Guarnerius» un pezzo da museo, «la sua cassa serba uno stemma di una casata di Bologna». «E solo nella colla perlinata», ripeté Biagio quella volta quando dovette svelare il buon funzionamento dei violini che ha creato nel tempo. La liuteria teramana nel passato ha avuto i suoi “cantori “ed è stata di un livello apprezzabile, da Ercole Orsini a Giorgio Di Sabatino. L’ultimo violino, quello della finestrella, è ancora da terminare: «Devo aggiungerci un’anima», sorrise quella volta. La salma è esposta nella casa funeraria Carlo Petrucci nella zona artigianale a Villa Pavone. I funerali saranno celebrati domani alle 10 in Cattedrale.
 

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