Medico no vax, il paziente morto per una cardiopatia: «Lesioni polmonari da Covid»

Medico no vax, il paziente morto per una cardiopatia: «Lesioni polmonari da Covid»
di Teodora Poeta
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Venerdì 11 Febbraio 2022, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 08:30

E’ stato un accertamento irripetibile lungo e complicato quello eseguito, ieri, all’ospedale di Caserta sul corpo del camionista 68enne deceduto l’8 dicembre, paziente del medico no vax  Roberto  Petrella, di Teramo, indagato per omicidio colposo. A stroncare la vita all’uomo potrebbe essere stato proprio un arresto cardiaco. Durante l’autopsia è subito emersa l’importante cardiopatia di cui il camionista soffriva, tant’è che nel 2017 aveva avuto un infarto con un conseguente intervento cardiochirurgico, ma adesso bisognerà attendere anche l’esito degli ulteriori esami di microscopia ai polmoni dove sono state trovate delle lesioni che potrebbero far ipotizzare che avesse contratto il Covid.

L’ESAME Ad eseguire l’autopsia, su delega della Procura di Teramo, è stato il medico legale Antonio Tombolini affiancato dai due medici legali nominati, invece, dal difensore di  Petrella, Raffele Zinno e Michele Farinacci. Il corpo del 68enne era stato già deposto nella bara subito dopo il decesso e sepolto nel cimitero del paese dove l’uomo viveva con la moglie, a San Marcellino, alle porte della città campana. Ieri mattina, quindi, è stata necessaria l’estumulazione per eseguire l’autopsia, al termine della quale è stato subito rilasciato il nulla osta per la nuova tumulazione. In questa inchiesta giudiziaria, partita dalla procura di Catanzaro e approdata a Teramo per competenza territoriale, fondamentale sarà l’esito di questo accertamento. L’accusa, infatti, muove dal presupposto che il camionista, che aveva già gravi patologie pregresse di cui Petrella era a conoscenza, sarebbe deceduto a causa delle terapie somministrate dal ginecologo teramano che aveva sconsigliato alla moglie del suo paziente, che lo aveva chiamato al telefono allarmata per le condizioni del marito, il ricovero in ospedale.

Tutto è cominciato lo scorso 3 gennaio quando il 68enne inizia ad essere febbricitante, ma la moglie contatta telefonicamente Petrella, medico dal quale erano in cura già dal 2020 conosciuto sui social, il 6 gennaio, quando la temperatura corporea aveva superato i 38 gradi.

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LE TESTIMONIANZE Il ginecologo, stando a quando ha raccontato la moglie della vittima agli inquirenti di Catanzaro e che ora potrebbe essere risentita dai magistrati teramani, rassicura la donna e prescrive Brufen. L’8 dicembre, la situazione peggiora, e alle 6 di mattina la donna lo richiama al telefono preoccupata. E’ a quel punto che Petrella le sconsiglia di andare in ospedale. «Se vai in ospedale muore, lo intubano», le dice. Il suo telefono è sotto intercettazioni per un’altra indagine. Per farlo riprendere gli prescrive le vitamine. Ma dopo qualche ora l’uomo muore, nonostante la moglie nel frattempo si è decisa a chiamare la guardia medica che, appresa la sintomatologia, prescrive immediatamente l’effettuazione di una puntura di insulina e allerta il 118. Durante il lungo interrogatorio di garanzia, a Teramo, Petrella, che si trova agli arresti domiciliari sorvegliato con il braccialetto elettronico (assistito dall’avvocato Tommaso Navarra), ha sostenuto di aver detto alla donna di chiamare chiunque volesse e di non averle impedito nulla. Per poi ridere fuori dal Tribunale, dicendo: «Con il telefono ho fatto l’omicidio colposo».

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