Abusi su otto allieve durante le lezioni: professore di musica condannato a 10 anni

Abusi su otto allieve durante le lezioni: condannato a 10 anni il professore di musica
3 Minuti di Lettura
Sabato 21 Gennaio 2023, 09:46 - Ultimo aggiornamento: 13:55

Ha superato la richiesta dell’accusa la condanna, emessa ieri dal gip Lorenzo Prudenzano con il rito abbreviato, a 10 anni di reclusione nei confronti del professore di musica 62enne, della Val Vibrata, in provincia di Teramo, sposato e padre, finito sotto inchiesta per violenza sessuale su otto sue giovanissime allieve tutte infra 14enni all’epoca dei fatti. La pm Francesca Zani, titolare del fascicolo, aveva chiesto 8 anni e 8 mesi di reclusione. A costituirsi parte civile solo cinque di quelle ragazze (due di loro sono da poco diventate maggiorenni), rappresentate dagli avvocati Roberto Rossoli, Massimo Ambrosi e Mario Ciafrè, alle quali, in attesa di un processo civile, è stata riconosciuta una provvisionale di 10mila euro ciascuno.


Il diario segreto

Una storia scoperta leggendo il diario segreto chiuso con lucchetto dai genitori di una delle allieve del professore, una bambina che all’epoca aveva appena dieci anni. In quelle pagine, scritte in stampatello maiuscolo, parlava addirittura del suo timore di essere rimasta incinta perché a lezione di musica quell’orco le aveva messo le mani nei pantaloni. Da qui la prima denuncia presentata direttamente alla questura di Teramo che ha poi purtroppo fatto venire a galla altre storie simili andate avanti, come racconta l’avvocato Rossoli, «per almeno due anni». Un periodo buio per le ragazzine che all’epoca avevano tra i 10 e i 12 anni e che nessuno gli restituirà più, dopo il quale, però, sono iniziate le attività d’indagine della procura i cui accertamenti hanno portato gli investigatori a mettere anche delle telecamere nascoste all’interno dell’abitazione del professore dove lui teneva le lezioni private di musica. Ad insospettire altri genitori c’è stato anche il fatto che quando andavano a riprenderle le trovavano chiuse in bagno. Dallo scorso febbraio il professore si trova agli arresti domiciliari e sono stati proprio gli agenti della Squadra mobile, quasi un anno fa, a sottolineare un aspetto di questa vicenda che riguarda il fatto che le ragazzine in qualche occasione fossero anche riuscite a manifestare al loro insegnante, anche con atteggiamenti espliciti, la loro disapprovazione nei confronti di quegli innaturali approcci fisici, ma lui avrebbe comunque perseverato.

Nello specifico non si tratta di violenze carnali, ma di palpeggiamenti e le bambine, perché questo erano all’epoca dei fatti, avevano provato con i mezzi a loro disposizione ad opporsi perché avevano compreso che l’insegnante non doveva toccarle, né tanto meno sfiorarle.

Le testimonianze

In fase di indagini preliminari le loro testimonianze sono state cristallizzate con gli incidenti probatori disposti dalla pm Zani e tutte sono state ritenute attendibili. In un caso particolare è emersa una sindrome da stress post traumatico. Tra di loro c’è chi si è colpevolizzata come spesso accade nelle violenze sessuali e non si è sentita più a suo agio nel proprio corpo. Ma il tempo restituirà a ciascuna di loro ciò che gli è stato sottratto, anche se la spensieratezza della loro infanzia strappata dal professore, quella, ormai, non ci sarà più. «È stata una sentenza corretta vista la scelta del rito abbreviato – ha commentato soddisfatto, ieri, uno degli avvocati di parte civile, l’avvocato Roberto Rossoli - Adesso aspettiamo di leggere le motivazioni». L’imputato era difeso dagli avvocati Luca Di Edoardo e Tommaso Navarra.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA