Paziente morto, il ginecologo no vax si difende: «Gli dissi di chiamare l’ambulanza»

Il medico Roberto Petrella con il suo avvocato. Paziente morto, il ginecologo no vax si difende: «Gli dissi di chiamare l’ambulanza» (foto Newpress)
di Teodora Poeta
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Giovedì 27 Gennaio 2022, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 09:33

Si è difeso per tre ore e mezzo dicendo di aver consigliato al telefono alla moglie del suo paziente campano di 53 anni, poi deceduto, di chiamare il 118. «Da qui che ti posso fare. Chiama l’ambulanza, chiama quello che vuoi». Così ha riferito in aula, ieri mattina, a Teramo, il medico no vax Roberto Petrella, durante il lungo interrogatorio di garanzia che si è svolto per rogatoria. Petrella è agli arresti domiciliari da lunedì su mandato urgente del gip di Catanzaro, il quale si è subito dichiarato incompetente per territorio e ha riqualificato in omicidio colposo l’ipotesi del dolo omicidiario in forma eventuale avanzata, invece, dalla Procura. Al momento il difensore non ha avanzato richieste di misure alternative per il medico: un ginecologo iscritto all’albo dal 1976, con un procedimento di radiazione ancora sospeso dopo il suo ricorso. Al termine dell’interrogatorio Petrella non ha voluto commentare, ma ha semplicemente detto, facendosi una risata: «Con il telefono ho fatto l’omicidio colposo». Con sé in aula ha portato numerosi libri che avrebbero dovuto dimostrare le sue tesi no vax, continuate a sostenere.

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In fase di interrogatorio Petrella ha anche posto una domanda che dal suo punto di vista avrebbe dovuto chiarire la propria posizione: «Se io ti dico vatti a buttare da un ponte, tu ti vai a buttare?». Ma forse non gli è chiaro che innanzitutto non è da un medico pensare di poter affermare simili frasi, dopodiché ciò di cui si discute è anche il valore suggestionante delle parole dei medici dette ai loro pazienti. Perché è proprio questo che è accaduto quando Petrella ha detto al telefono alla moglie del 53enne: «Se vai in ospedale muore, lo intubano». «La condotta del Petrella è stata caratterizzata dall’infondere nei suoi pazienti la pressoché totale sfiducia nei confronti della medicina tradizionale – ha scritto il gip di Catanzaro -, aggravata dal mettere in atto comportamenti, ripetuti nel tempo, caratterizzati da convinzioni e teorie completamente avulse dalla realtà e non appartenenti alla scienza medica».

Ieri il ginecologo no vax ha anche fatto riferimento al medico di base del suo paziente deceduto, scaricando su di lui alcune responsabilità. Dalle intercettazioni è risultato che, lo scorso 6 dicembre, durante la prima telefonata, la moglie del 53enne avvisa Petrella che per evitare il tampone al marito, ha detto al loro medico di base che l’uomo ha dolore alla sciatica, così ha potuto avere il certificato per l’assenza dal lavoro. A quanto pare, però, anche quel medico era a conoscenza che il proprio paziente fosse in cura da Petrella. E lo era ormai da diversi anni, dopo l’incontro sui social, e nonostante le sue numerose patologie che lo avrebbero dovuto portare a curarsi da altri specialisti e non di certo da un ginecologo.

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