Pazienti Covid non accettati in ospedale, caos ad Atri. Revocata la direttrice Maria Mattucci

Pazienti Covid non accettati in ospedale, caos ad Atri. Revocata la direttrice Maria Mattucci
di Teodora Poeta
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Venerdì 6 Novembre 2020, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 09:28

Nel caos dell’emergenza Covid-19, sono i numeri i soli a dare certezze. Ieri la provincia di Teramo ha superato tutte le altre facendo registrare un record di nuovi contagi, 253 casi, su un totale di 3.463 positivi, di cui 59 hanno un’età inferiore ai 19 anni. La paziente più piccola risultata positiva al tampone ha appena 10 mesi, mentre è una centenaria di Teramo la donna deceduta affetta da coronavirus. Dalla costa all’entroterra il contagio continua ad espandersi: +11 casi ad Alba, +20 a Roseto, +17 a Tortoreto, +11 a Pineto, +23 a Martinsicuro, +27 a Teramo, +11 a Tossicia, +11 a Montorio, +13 a Colledara, +10 a Crognaleto e +34 ad Isola. Ieri intanto, i carabinieri della stazione di Nerito, hanno identificato e denunciato in stato di libertà per inosservanza del divieto di mobilità, un 60enne del posto che, positivo al Covid-19, era invece uscito in auto per andare a fare la spesa. L’uomo si sarebbe dovuto trovare a casa in isolamento domiciliare obbligatorio.


Ma è dalla Asl che arrivano le notizie più importanti in queste ore di emergenza sanitaria. Ieri, infatti, con un provvedimento di poche righe in cui si fa riferimento all’incarico conferito con contratto di prestazione d’opera intellettuale stipulato il 14 marzo del 2018, è stata “licenziata” la direttrice sanitaria della Asl, Maria Mattucci.


DIRETTRICE REVOCATA
Una revoca dell’incarico, in realtà, Maria Mattucci è in pensione dal primo gennaio del 2019, che ora rimette in gioco quel posto che sarebbe dovuto essere occupato da lei fino al 15 dicembre. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è un episodio avvenuto l’altro ieri. Per circa dieci casi Covid provenienti dai vari pronto soccorsi degli altri ospedali teramani, tutti indirizzati al San Liberatore di Atri, dove c’era la disponibilità, proprio la Mattucci ha bloccato l’utilizzo dei reparti in contrapposizione con i medici che chiedevano aiuto per quei ricoveri nell’ ospedale Covid. Il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia, ieri, lapidario, in una telefonata durata pochissimi secondi, ha detto che «non ci sono state incomprensioni». Ma i fatti raccontano altro. E chi l’altro giorno ha inviato i pazienti, lo sa. Adesso non sarà facile trovare un sostituto. Ma sarà tuttavia necessario e urgente. Nei corridoi della Asl è risuonato frequente il nome dell’ex sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, quale probabile direttore sanitario, un incarico che dev’essere rivestito da un medico. A lui, però, mancano i titoli come da bando regionale: non ha i 5 anni di esperienza a capo di un’Unità operativa complessa. Nell’elenco ce ne sono altri, in realtà non molti, di papabili: Valerio Profeta, ma ha superato i 65 anni d’età e pure questo è un impedimento; Cosimo Napoletano o Ercole Profeta. L’alternativa, vista la grave emergenza sanitaria, potrebbe essere la nomina di un direttore sanitario facente funzioni che consentirebbe di scavalcare, anche in deroga, quegli impedimenti che poi si ripresenteranno. La situazione attuale non è certo rosea e la Asl ha bisogno di uno staff al completo. Tutti gli ospedali ora, come in primavera durante la prima ondata del Covid, sono tornati a lavorare solo in urgenza, eccetto i pazienti oncologici e i cosiddetti salvavita.

Stop agli interventi programmati. Questo perché ormai i posti letto sono stati dimezzati inevitabilmente e nei reparti ci sono i malati Covid.

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