Primario di Cardiochirurgia, il medico di Emergency Salvatore Lentini primo in graduatoria: «Vorrei tornare in Italia per portare il mio contributo»

Primario di Cardiochirurgia, il medico di Emergency Salvatore Lentini primo in graduatoria: «Vorrei tornare nel mio Paese per portare il mio contributo»
di Teodora Poeta
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Domenica 20 Febbraio 2022, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 10:46

«Io sono italiano e dopo tanti anni trascorsi a lavorare all’estero vorrei tornare nel mio Paese per dare un contributo anche a casa mia». È con questo intento che Salvatore Lentini ha partecipato al tanto discusso concorso della Asl di Teramo da primario del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Mazzini, non ancora assegnato. Con un curriculum di 34 pagine, alle spalle ha una carriera che lo ha portato a essere conosciuto in tutto il mondo. Dal 2016 è primario di uno dei più importanti ospedali di Emergency proprio per quanto riguarda la cardiologia e la cardiochirurgia, il “Salam center for cardiac surgery” di Khartoum, in Sudan, dove vengono operati adulti e bambini in condizioni di grave criticità. Nella terna dei nomi dai quali, adesso, il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia, dovrà sceglie il primario dando, però, «una motivazione analitica», così come riportato nel bando. Lentini, 60 anni, è primo in base proprio alla relazione della commissione, seguito a breve distanza di punteggio dal cardiochirurgo Giovanni Mariscalco, direttore dell’unità operativa di chirurgia cardiaca al Glenfield hospital nel Regno Unito, e, terzo (con una differenza di 12 punti), da Filippo Santarelli, quest’ultimo, invece, dirigente medico di primo livello all’ospedale di ricerca fondazione Monasterio di Massa.

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Quando Lentini pensa a Teramo il suo ricordo va subito a colui il quale ha fondato la cardiochirurgia, Giuseppe D’Eusanio. «Teramo ha una tradizione importante – dice – che va mantenuta e sostenuta». Ed è proprio su questo che bisogna puntare per quell’eccellenza di cui tanto si parla. A qualcuno i sessant’anni d’età del primario di Emergency potrebbero pesare, anche se ovviamente rientra in pieno nei titoli e nella stessa Asl c’è chi è abbondantemente più avanti, ma a quanto pare a lui proprio no. «Due anni fa – racconta sorridendo – sono diventato papà per la terza volta e avere un bambino adesso mi ha ulteriormente ringiovanito». I suoi ritmi di lavoro sono notevoli. Lì in Sudan ha una media di quattro interventi di cardiochirurgia al giorno ai quali si è aggiunta la pandemia: «Abbiamo lottato contro il Covid, adesso tutti noi sanitari siamo vaccinati e il nostro ospedale è diventato anche un centro vaccinale». In Emergency Lentini ha avuto l’onore e la fortuna di poter lavorare fianco a fianco con Gino Strada: «Era una persona straordinaria». Ma nel corso degli anni sono molte altre le tappe che hanno segnato la sua brillante carriera, basti pensare che ’96 ha fatto parte dell’equipe dei cardiochirurghi, lui era l’aiuto, che ha impiantato il primo cuore artificiale tenuto per più tempo in un paziente in Europa prima del trapianto, la cosiddetta tecnica ponte a trapianto cardiaco.

Un evento che ha segnato la storia della cardiochirurgia.

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«Chi sono oggi non spetta a me dirlo», sottolinea. Ma lui oggi rappresenta sicuramente un professionista conosciuto fuori dai confini nazionali, chiamato a operare nei grossi centri. Un nome che potrebbe dare lustro a un reparto, quello del Mazzini, che aspetta qualcuno in grado di riportare a Teramo chi, invece, sceglie ospedali più lontani quando si trova di fronte al momento difficile dell’intervento, mentre continua a restare in zona per le visite di controllo, magari a pagamento, senza alcuna entrata per le casse della Asl. 

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