Fratelli Ciaccia, quando Ascoli bloccò l'acquisto del club bianconero

Fratelli Ciaccia in arresto, quando Ascoli bloccò l'acquisto del club bianconero
di Teodora Poeta
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Sabato 27 Novembre 2021, 10:25 - Ultimo aggiornamento: 14:16

La passione dei fratelli Ciaccia per il calcio era cosa nota. Eppure meno di un anno fa c’è chi si è voluto tenere distante da loro, nonostante una proposta d’acquisto e quel biglietto da visita mostrato anche a Teramo, città dove, al contrario, i due imprenditori romani, da giovedì in carcere in stato di fermo di pm con l’accusa di associazione per delinquere, hanno trovato le porte spalancate con il sindaco pronto ad accoglierli a braccia aperte. Circa 6 o 7 mesi fa anche ad Ascoli Piceno Davide e Mario Ciaccia avevano tentato di fare una proposta d’acquisto per la società calcistica (la squadra gioca in serie B), nonostante non fosse in vendita. In quel caso, però, a bloccare la trattativa e a mettere in allarme la società ci ha pensato l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Fioravanti che avrebbe subodorato le reali intenzioni di quella proposta, avanzata da imprenditori slegati dal territorio marchigiano, ma evidentemente attratti dai forti interessi economici in questo momento disponibili con i superbonus anche in quell’area. La stessa idea, probabilmente, che avevano per Teramo, dove Davide Ciaccia, come è emerso dalle intercettazioni, aveva già in mente di presentare un progetto da 20milioni di euro per il vecchio stadio da mettere in cantiere proprio con il superbonus.

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Un gioco quasi da prestigiatori se si considera che secondo gli inquirenti i debiti erariali del Teramo calcio sarebbero stati appianati senza alcun esborso di soldi, ma mediante compensazione con parte dei crediti maturati dalle pratiche dei superbonus. Tant’è che già il giorno della conferenza stampa di presentazione del nuovo organigramma al Parco della scienza con il sindaco e altri esponenti dell’amministrazione, lo stesso Davide Ciaccia aveva subito parlato di interventi, da fare a proprie spese, al vecchio stadio Comunale: manto di gioco, foresterie, spogliatoi. Più che una nuova proprietà, sembrava di aver trovato un benefattore pronto anche a donare il 10% delle quote alla città. Per i tifosi e non solo quel sogno, però, si è infranto velocemente.
Secondo la procura capitolina, che ha chiesto il fermo per motivi d’urgenza e visto il concreto pericolo di fuga degli indagati, i due fratelli in concorso con altri, tra i quali pure Massimo Chierchia attuale amministratore delegato del Teramo calcio nonché loro prestanome, avrebbero commesso una truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche attraverso una Onlus utilizzata come committente di lavori fittizi per il recupero dei crediti fiscali fino al 110%. L’accusa più pesante, però, è la presunta associazione per delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di beni per agevolare il riciclaggio e il reimpiego di proventi di reato e per eludere misure di prevenzione patrimoniale; appropriazione indebita; riciclaggio, impiego ed autoriciclaggio di denaro di provenienza delittuosa ed emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
 

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