« Alessia non voleva sentire parlare di comunità. Lei amava la libertà. Ma la verità è che se ci fosse andata, si sarebbe salvata». È pieno di dolore misto a ricordi che lei, oggi, vorrebbe non svanissero mai, il racconto che Milena Addarii fa dell’amica, Alessia Sardella, ritrovata morta nell’appartamento in via Longo presumibilmente per un’intossicazione da monossido di carbonio insieme al fidanzato 26enne originario del Gambia, Ablie Ceesay. Un’amicizia, la loro, nata qualche anno fa casualmente vicino al chiosco di piazza Garibaldi a Teramo dove lei, Milena, si fermava sempre a comprare i panini e le patatine fritte. «È così che l’ho conosciuta». Un legame che nel tempo è diventato sempre più forte. «A volte noi due passavamo le ore a parlare – racconta - Lei mi confidava quasi tutto, mi considerava quasi una sorella-madre che non ha mai avuto nella vita, forse sono stata l’unica amica sulla quale ha potuto contare». L’ultima volta che Milena l’ha vista è stato un paio di settimane fa: «Alessia stava piangendo perché dei bulli l’avevano maltrattata e lei stava molto male». L’amica le aveva consigliato di rivolgersi alla polizia, ma per paura di non essere creduta non c’era voluta andare. «Tante volte l’ho portata con me a fare la spesa e poi le passeggiate – prosegue Milena - Mi rispettava molto. Davanti a me non fumava neanche una sigaretta, né beveva». Eppure l’alcool e la tossicodipendenza erano suoi compagni di vita. Problemi che Alessia si trascinava ormai da anni. La sua stessa amica dice di averla soccorsa tante volte. «Voleva solo me vicino a lei e nessun altro». Poi l’incontro con quel ragazzo più giovane, che neanche Milena ha mai incontrato, né conosciuto, per il quale Alessia ha anche lasciato l’alloggio all’hotel Michelangelo. A quanto pare già a settembre i due stavano insieme. Sarebbero loro, infatti, i due che si vedono entrare abusivamente nella palazzina dove poi hanno perso la vita, ripresi in un video fatto da alcuni residenti di via Longo tre mesi fa.
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Alessia era conosciuta in città. Si vedeva spesso in piazza Garibaldi. «Era una persona gentile e fragile, mi ringraziava ogni volta e mi chiedeva scusa per i suoi lunghi sfoghi con me e per tutto quello che le succedeva», prosegue Milena.
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