Chiusi reparti e pronto soccorso, la rivolta dei sindaci della Marsica

La raccolta firme a Tagliacozzo Chiusi reparti e pronto soccorso, la rivolta dei sindaci della Marsica
di Pino Veri
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Sabato 30 Maggio 2020, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 11:43

Rivolta in Marsica contro la decisione regionale di rinviare ancora la riapertura dei presìdi di pronto intervento di Tagliacozzo e Pescina. Mai vista tanta rabbia e tanta indignazione ma prevedibile. Il sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio scrive su Facebook che «la politica regionale dà il colpo di grazia alla sanità marsicana: si vergognino i responsabili» e poi giù un elenco di autorevoli esponenti del centrodestra regionale a cominciare dal consigliere Fdi Mario Quaglieri per poi passare all’assessore Guido Liris e altri.


«Non li votate alle prossime amministrative avezzanesi» aveva tuonato il segretario Pd Giovanni Ceglie ed era stato facile profeta se ieri l’ex assessore regionale Lorenzo Berardinetti, sindaco di Sante Marie e capofila della rivolta dei sindaci marsicani, ha promosso una raccolta di firme contro la chiusura di Tagliacozzo. Di routine la protesta di Silvio Paolucci, capogruppo regionale Pd che ieri in una nota torna a spiegare quale sia stata la politica sanitaria regionale in Marsica. Chiudere Tagliacozzo e Pescina per concentrare il personale sul Pronto soccorso di Avezzano oberato di lavoro e poi spostare personale sull’Aquila, come ribadito ieri anche dal consigliere regionale Giorgio Fedele. Ma se il fronte dell’opposizione è costruito dal centrosinistra inutile ricordare che si sono sollevate voci anche dall’interno della stessa maggioranza se Carlo Giolito, provinciale dell’Udc proprio ieri aveva sostenuto che «l’ospedale di Avezzano rischia così di diventare un poliambulatorio».

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Ma a parte l’aspetto politico e l’intervento degli schieramenti politici nel merito è utile ricordare che i medici del pronto soccorso sono recentemente andati dall’avvocato per tutelare la loro posizione riguardo ai turni massacranti ma principalmente all’organizzazione del lavoro prendendosela con la direzione sanitaria e non con chi la indirizza. Il manager Testa aveva promesso interventi concreti per tutelare il lavoro degli operatori sanitari marsicani e invece ha chiuso due presidi alla ricerca spasmodica di personale. E da ultimo, il sospetto certificato per iscritto e notificato al prefetto dalla rappresentate del Comitato pro-ospedale di Tagliacozzo, Rita Tabacco la quale sospettava «come idea personale» che recentemente due pazienti deceduti in quel centro «si sarebbero potuti salvare ove ci fosse stato il pronto soccorso operativo».
 

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