Bidello accoltellato a scuola, l'alunno di 11 anni non parla neanche con i genitori

Bidello accoltellato a scuola, l'alunno di 11 anni non parla neanche con i genitori
di Patrizio Iavarone
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 09:27

Non parla, neanche con i genitori: si è chiuso nel mutismo il ragazzino di 11 anni che l’altra mattina ha sferrato una coltellata al collaboratore scolastico della scuola media Capograssi, Savino Monterisi, 32 anni di Sulmona, in provincia dell'Aquila. Non una parola sul perché abbia compiuto quel gesto violento, né del fatto che avesse portato da casa un coltello. Un mutismo che certo non aiuta a capire e che soprattutto preoccupa la famiglia, comprensibilmente sconvolta da un evento inaspettato e che l’ha travolta, come d’altronde ha travolto tutta la comunità scolastica e sulmonese. Perché quel ragazzino, bravo a scuola e mai sopra le righe, era fino all’altro giorno un ragazzo qualunque, un ragazzo normale. Eppure qualcosa in lui covava e si nascondeva, all’insaputa di tutti, sotto gli occhi di tutti.

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IL SINDACO Per capirlo la famiglia ha deciso di rivolgersi a degli specialisti: psicologi ed esperti, con cui forse l’undicenne riuscirà ad aprirsi e a raccontare, se non a spiegare, il suo gesto. Un percorso che, secondo il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero, dovrà seguire passo passo la Asl: «Si tratta di una vicenda di competenza dei Consultori più che del servizio sociale - spiega il primo cittadino - ciò non toglie che come servizi sociali e politiche giovanili dobbiamo avviare percorsi d'inclusione di questa fascia generazionale che sta soffrendo più degli altri gli effetti della pandemia e del lockdown. Il cartellone natalizio che era centrato molto sui bambini e i ragazzi, con laboratori teatrali e culturali, mirava proprio a questo: a staccare i giovani dagli schermi di computer e telefoni, di aiutarli nei percorsi relazionali reali». Le ipotesi, frutto più di suggestioni e mezze voci raccolte tra i coetanei, è che il ragazzo possa essere stato condizionato da qualche videogame, se non in una challange, una scommessa, cioè, che segna il passaggio dalla fase preadolescenziale e quella dell’adolescenza.

Pratica molto diffusa sui social dedicati ai più giovani come Tik Tok. Per questo gli inquirenti, coordinati dalla Procura dei minori dell’Aquila, si stanno muovendo con molta cautela nel campo minato dei rapporti tra adolescenti, non trascurando tuttavia alcuna pista. Al momento, però, non è emerso alcun movente, se di movente si può parlare.

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LA VITTIMA Dal canto suo la vittima dell’aggressione, Savino Monterisi, conteso tra tv e giornali nazionali, ha mostrato grande comprensione e apertura: «Ho parlato con la famiglia del ragazzo - racconta - sono stati molto educati e rispettosi. Mi sono immedesimato nel loro dramma e in quello che stanno vivendo. Una famiglia perbene che è rimasta disarmata da quanto accaduto, almeno quanto me. Mi auguro che loro e soprattutto il ragazzo riescano a trovare il percorso giusto per recuperare la serenità che meritano. Noi tutti, come comunità, dobbiamo fare di più per ascoltare e stare vicino ai ragazzi, perché a 11 non si può essere colpevoli, anche se sferri una coltellata senza ragioni ad un bidello. Dal canto mio so che non ce l’aveva con me, perché non lo conoscevo e non avevo mai avuto a che fare con lui; quindi anche inavvertitamente non ho potuto mettere in atto alcun comportamento che abbia potuto provocarlo in quella reazione violenta». Il lavoro da fare, non solo su di lui, è ancora lungo e difficile. 

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