Si uccide con un sacchetto di nylon in testa: temeva di perdere il reddito di cittadinanza

Si uccide con un sacchetto di nylon in testa: temeva di perdere il reddito di cittadinanza
di Tito Di Persio
2 Minuti di Lettura
Venerdì 13 Gennaio 2023, 10:03 - Ultimo aggiornamento: 12:28

Dramma in provincia di Teramo. Un uomo di 68 anni ieri, verso le 12,30, si è tolto la vita ingerendo una massiccia dose di farmaci e poi mettendo la testa in un sacchetto di nylon: aveva già provato a uccidersi due giorni fa con le medicine, ma era stato salvato da un famigliare.

I.P., stando a quanto raccontano alcuni suoi conoscenti, avrebbe manifestato agli amici in quest'ultimo periodo, «la preoccupazione di perdere il reddito di cittadinanza, unico sostegno al momento della famiglia». Ma non la lasciato biglietti in tal senso. A trovare il suo corpo nel garage di casa è stato un agente della polizia municipale che era lì per fargli firmare un documento. Il vigile urbano ha subito allertato i soccorsi. Sul posto è intervenuta un'ambulanza medicalizzata, ma i sanitari non hanno potuto far altro che constare il decesso. Poi la salma è stata trasportata all'obitorio dell'ospedale di Sant'Omero.

In serata è stata eseguita l'ispezione cadaverica: la morte sarebbe avvenuta per avvelenamento.


Il pm di turno ha firmato l'autorizzazione per la sepoltura. Il 68enne originario di Roseto, è stato per diversi anni un imprenditore edile. Ma con la crisi dell'edilizia di una decina di anni fa gli affari gli erano andati male, quindi si era trasferito a Controguerra dove gli era stato assegnato un appartamento delle palazzine Ata. Per alcuni anni, - raccontano sempre le persone del posto «si era arrangiato facendo dei lavoretti come elettricista o sull'edilizia». Da tre anni percepiva il reddito di cittadinanza e forse era un po' più tranquillo.Alla moglie aveva chiesto di essere cremato, che non avrebbe voluto né manifesti funebri in ricordo né funerali. Le sue volontà verranno rispettate. La salma sarà cremata nei prossimi giorni a San Benedetto
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA