Per la studentessa con sindrome di Down 21esimo insegnante di sostegno, caos professori a Teramo

Centinaia di commenti alla lettera pubblicata da Claudia Frezza, associata al Ciis (Coordinamento italiano insegnanti di sostegno) e referente per la scuola di Autismo Abruzzo onlus, sulla pagina Fb Vorreiprendereiltreno

Caos professori, per la studentessa con sindrome di Down 21esimo insegnante di sostegno
di Teodora Poeta
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Martedì 6 Settembre 2022, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 18:51

Ha scatenato i commenti di centinaia di genitori di ragazzi fragili come sua figlia, la lettera pubblicata da Claudia Frezza, associata al Ciis (Coordinamento italiano insegnanti di sostegno) e referente per la scuola di Autismo Abruzzo onlus, sulla pagina Fb Vorreiprendereiltreno. Una lettera in cui la mamma di Morro d'Oro, in provincia di Teramo, che per anni si è battuta per far avere un'insegnante di sostegno qualificata a sua figlia oggi 17enne con sindrome di Down, racconta la situazione attuale di G. che la prossima settimana inizierà il terzo anno di superiori. In classe lunedì G. incontrerà il ventunesimo insegnante di sostegno, anche se nonostante gli anni di scuola «non sa ancora leggere, scrivere o fare semplici calcoli di matematica».

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«Qualcuno al MI, gli ideatori del DI 182 (Decreto Interministeriale 182 del 29 dicembre 2020 - le principali novità nella normativa per l'inclusione), diranno, evidentemente il ritardo intellettivo di sua figlia era troppo alto si legge nella lettera -, ma io so che avrebbe potuto raggiungere risultati migliori se oltre a me, la scuola ci avesse creduto, se gli insegnanti tutti, ci avessero lavorato sin dalla prima elementare».

In questo periodo di campagna elettorale C.F. tiene a specificare una cosa: «Non voglio che il mio scritto venga strumentalizzato a fini politici. Quando parlo di fallimento non lo lego ad un particolare governo, ma a tutti, perché tutti ci hanno messo le mani senza mai risolvere questo enorme problema, nonostante la legge».

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C.F. non cerca visibilità, ma risposte concrete che in questi anni non sono mai arrivate. Lo dimostra la storia di G. «I quaderni di mia figlia sono tutti uguali, li ho conservati, tranne che per due, tre anni prosegue - Tutti gli anni cambio insegnanti e prerequisiti, tutti gli anni Pei che non riportavano un obiettivo, ma solo giri di parole per sottintendere che tanto non ne valeva la pena. Eppure io so che, nonostante tutto, se l'avessero trattata come tutti gli altri studenti oggi saprebbe quanto meno leggere e scrivere». «Vorrei gridare tutta la mia rabbia, la mia delusione e soprattutto il mio disprezzo verso un sistema scolastico che non è un diritto di tutti, ma solo un privilegio per pochi, che umilia e non include». 

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 «Basta leggere il Dl 182, che accompagna gli alunni con disabilità e i genitori direttamente alla porta, aspettando che con un prossimo decreto qualcuno li rispedisca nelle scuole speciali», prosegue. Tra i commenti alla lettera ci sono tanti genitori di ragazzi fragili che raccontano, da tutta Italia, situazioni simili se non identici alla sua. «Ai genitori che iniziano il percorso scolastico quest’anno dico, forza non è per tutti così. Qualcuno ce l’ha fatta, più di uno, se stringete i denti i primi due anni di scuola poi è fatta. Pertanto siate vigili e attenti e soprattutto non smettete mai di credere nei vostri figli». Un messaggio di resistenza attiva, che dimostra come con impegno e studio delle norme anche i ragazzi disabili hanno il loro spazio a scuola. Quanto a G., la mamma è decisa: prenderà un insegnante privato e la sua ragazza imparerà a leggere e scrivere, come tutti. «Mia figlia ce la farà – sottolinea - nonostante la scuola e chi lavora nella scuola, perché lei è la dimostrazione lampante che l’istituzione scolastica ha fallito».
 

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