A 90 anni sparò al ladro in fuga, il giudice: «Non è legittima difesa». Accusato di lesioni

A 90 anni sparò al ladro in fuga, il giudice: «Non è legittima difesa». Accusato di lesioni
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Venerdì 19 Maggio 2023, 07:59

Sparò contro l'auto dei malviventi che avevano appena assaltato e fatto esplodere il bancomat della Bper a Fara San Martino, ferendone uno ad un fianco: nei confronti di D.C., un 90enne del posto, il gup del Tribunale di Chieti, Andrea Di Berardino, ha ordinato alla Procura di formulare l'imputazione coatta per il reato di lesioni personali. Il pubblico ministero Marika Ponziani aveva chiesto l'archiviazione per l'anziano che è assistito dall'avvocato Mario La Morgia e che abita al piano di sopra nello stesso edificio in cui ha sede la banca. Richiesta fondata sul presupposto che l'uomo avesse agito per legittima difesa e in uno stato di confusione a seguito dell'esplosione del bancomat che aveva fatto tremare la sua abitazione, spaventandolo.

Contro la richiesta di archiviazione, tramite il suo difensore, ha presentato opposizione il malvivente ferito, Carlo Grossi, 33 anni, pugliese, che dopo essere stato colpito a un fianco era stato portato dai suoi complici in ospedale a Vasto.

Il fatto si verificò la notte del 9 ottobre del 2021: il bancomat venne fatto esplodere con la tecnica della "marmotta", il bottino fu di 12000 euro.

L'anziano, svegliato dall'esplosione, imbracciò il suo fucile calibro 12 regolarmente detenuto e dalla finestra di casa esplose due colpi verso l'auto. Va detto che fu proprio grazie a quel ferimento che i carabinieri di Lanciano riuscirono a risolvere il caso in poche ore e ad acciuffare almeno tre responsabili dell'assalto al bancomat, tutti poi condannati a cominciare proprio da Grossi che ha avuto sei anni. Per la difesa di Carlo Grossi il reato ipotizzabile è il tentato omicidio. L'anziano dovrà rispondere invece di lesioni personali: il gup non se l'è sentita di accogliere la richiesta di archiviazione per legittima difesa, decisione che avrebbe evidentemente prodotto il rischio di moltiplicare simili iniziative di autodifesa.

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