Intanto all'Aquila insorgono le associazioni cittadine che definiscono il decreto «un atto gravissimo verso una città che sta vivendo un momento di grave crisi, volto a colpirla in un ambito, quello del terziario che, insieme alla cultura in tutti i suoi aspetti, costituisce la base della sua sopravvivenza fisica e psicologica. La perdita del prestigioso ufficio comporta anche una riduzione di posti di lavoro, con grande disagio per un personale qualificato». Nella nota a firma di Archeoclub, Compagnia Rosso d'Aquila, Panta Rei, Circolo Legambiente Abruzzo beni culturali, Fondo Ambiente Italiano, il gruppo di azione civica Jemo 'nnanzi, Italia Nostra onlus e Pro Natura osservano che «L'Aquila perde uno degli organismi più prestigiosi, l'istituzione che ha contribuito a mantenere le tante qualità storico-architettoniche dei tanti edifici monumentali oggi in corso di restauro. L'unica città capoluogo di regione che non ha un'istituzione propria di un capoluogo regionale».
INDEBOLIMENTO
Invita alla «mobilitazione» l'associazione Territorio collettivo per la quale è in corso un «progressivo indebolimento delle funzioni di tutela e conservazione, con la riforma che ruota sulla valorizzazione economica del patrimonio. Il nocciolo dell'ultima controriforma targata Franceschini è depotenziare la tutela e la conservazione ed eliminare i vincoli. Ineludibile, al di là di ogni campanile, un ragionamento intorno ai temi della sede sia del Polo museale regionale e della Sovrintendenza unica d'Abruzzo, L'esteso patrimonio storico, architettonico e paesistico-ambientale, il personale, l'insediamento museale e principalmente le funzioni specifiche del capoluogo di regione avrebbero dovuto portare alla individuazione dell'Aquila come sede del Polo museale e della Sovrintendenza, non semplicemente della Sovrintendenza del cratere. Ha prevalso la logica di peso politico e la nostra classe politica ha dimostrato la propria inadeguatezza.
DISEGNO
«Risposte inadeguate e contraddittorie da parte del centrosinistra -secondo il consigliere comunale di Forza Italia Roberto Tinari- A cominciare dal segretario Albano e dalla senatrice Pezzopane che intervengono ammettendo il danno ma non fanno nulla per opporsi. È chiaro che siamo di fronte ad un disegno che pone la costa abruzzese e Pescara al centro di tutti gli interessi e di tutti i progetti strategici, impoverendo sempre di più, a forza di trasferimenti, accorpamenti e sottrazioni, il capoluogo d'Abruzzo».
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