La sua auto, una Panda bianca, era stata ritrovata la mattina in località Colle Cretone, lungo la strada che collega la zona della Torre di Cerrano a Mutignano di Pineto. Sul luogo delle ricerche è stato inviato anche il furgone con funzioni di Posto di comando avanzato, unità cinofile e un elicottero "Drago 52" del Nucleo elicotteri dei vigili del fuoco di Pescara. Il personale operativo e i cinofili hanno perlustrato la zona circostante il luogo di ritrovamento dell'auto, mentre l'elicottero ha sorvolato una zona di calanchi e alcune aree meno accessibili da terra. Intorno alle 15,30 di oggi il corpo senza vita dell'uomo è stato rinvenuto nelle vicinanze della sponda nord del fossato Cerrano in una zona fitta di vegetazione, nel territorio del comune di Pineto. L'uomo è stato individuato dal cane "Zoe" del Nucleo cinofili del Comando dei vigili del fuoco di Teramo. Il recupero del corpo è stato effettuato dalla squadra dei vigili del fuoco dopo l'autorizzazione del magistrato. Le operazioni di ricerca sono state effettuate in collaborazione con i carabinieri di Silvi a cui era stata presentata la segnalazione di scomparsa dell'uomo.
La scomparsa risale a ieri. Sono state ore di apprensione per Pasqualino D'Eusebio, 48 anni di Silvi, sparito venerdì senza un motivo. E nessuno poteva immaginare un epilogo così tragico. Il Comune di Atri aveva inoltrato l'allarme lanciato da Silvio D'Eusebio, figlio di Pasqualino. «Abita a Silvi, indossava pantaloni blu, maglia e smanicato grigio scuro da lavoro della ditta Aran situata nella zona industriale di Casoli Di Atri. Guidava una Panda bianca targata ER895SM che è stata ritrovata questa mattina in una strada che della Torre di Cerrano collega a Mutignano. È scomparso alle ore 12,30 di ieri, dal posto di lavoro nel quale dopo la pausa pranzo i colleghi lo hanno visto allontanarsi dall’azienda con la sua macchina e non è rientrato per il turno pomeridiano. Ha il cellulare irraggiungibile. Se qualcuno dovesse vederlo - rende noto il figlio - contatti il 112 che è al corrente di tutto».
Il primo allarme era arrivato da un gruppo locale sui social network.
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