Yelfry in sedia a rotelle dopo i colpi di pistola: «Voglio tornare sul ring»

Yelfry in sedia a rotelle dopo i colpi di pistola: «Voglio tornare sul ring»
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Sabato 17 Dicembre 2022, 08:06

«Sono vivo grazie a Dio, questa situazione mi ha colpito tanto, ma sono un pugile e devo affrontare tutto quello che ci sta davanti». Pochi giorni fa la festa con la comunità dominicana, che lo ha celebrato otto mesi dopo quei cinque colpi di pistola che l'hanno costretto su una sedia a rotelle. Oggi lo chef 23enne Yelfry Rosado Guzman è determinato a voltare pagina ed è pronto a combattere per tornare in piedi. Dell'aggressione subita per mano di Federico Pecorale il 10 aprile scorso nel ristorante casa Rustì, in piazza Salotto a Pescara, ricorda tutto attimo per attimo: «Non c'è stata nessuna discussione e tantomeno nessuna lite, quell'uomo mi ha colpito con un pugno e poi mi ha sparato addosso quando ero a terra. La salatura sbagliata degli arrosticini? Stavo solo facendo quanto mi aveva chiesto» racconta Yelfry con tono deciso.

Ieri il ritorno sul ring overo in quell'atmosfera che lo ha accompagnato per anni: «Sono cresciuto con la boxe, ho 38 incontri alle spalle e due titoli regionali vinti nel 2018 e 2019. Ho anche tirato per il titolo italiano, limite 69 chili, uscendo però sconfitto. Tornare a indossare i guantoni, in questi giorni, mi ha dato una bellissima sensazione» ha commentato dimostrando di non aver perso la sua grande forza d'animo.

La fede, spiega, lo ha aiutato tantissimo: «In questi mesi per me impegnativi nella riabilitazione a Sulmona ho pregato tantissimo come ho sempre fatto, in verità. Ora ho sospeso la terapia per il periodo natalizio ma a gennaio dovrò ricominciare con grande sacrificio. Ma sento che Dio mi è vicino». E vicino, anzi vicinissimo, gli sono stati in questi mesi anche la mamma Melani e la sorella Meliza e tutti gli amici della palestra di boxe.

Proprio grazie alla profonda fede, Yelfry dice di non provare rancore nè odio verso il suo aggressore: «Nessun risentimento verso di lui ma deve pagare per ciò che ha fatto - dice il 23enne dominicano - perchè a lui non avevo fatto nulla. Stavo solo facendo il mio lavoro di chef».


Yelfry Guzman ha voluto essere presente, ieri a Chieti, alla presentazione del Fight Clubbing international championship, manifestazione di sport da combattimento che si disputa al PalaTricalle, nel capoluogo abruzzese e che lui seguirà a bordo ring. «Mi aspetto tante cose belle, perché il pugilato lo vivo, ce l'ho nel sangue, mi piace vedere i pugili che combattono, mi piace combattere. Mi piacerebbe tantissimo - aggiunge - partecipare a una paraolimpiade, ma mi piacerebbe più combattere in piedi, non seduto».
Yelfry non si fa illusioni, è consapevole che la strada verso il pieno recupero è ripida, faticosa e impegnativa. «Solo Dio può dire se tornerò davvero a camminare, il percorso da comnpiere è lungo. Ma sono combattivo - ribadisce - perchè la boxe significa disciplina e mi ha insegnato anche questo, a vivere e a soffrire, a reagire alle avversità. E' bello fare sport, adoro il pugilato e- promette Yelfry - tornerò ad allenarmi con la società Tullio Di Giovanni Boxe, con il mio maestro Davide Di Meo». Intanto si prepara ad assistere al Fight Championship di Chieti: «Ho l'ansia di vedere gli incontri perché mi piace il pugilato».

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