Sebastiani choc dopo la contestazione: «Sono pronto a lasciare il Pescara»

Daniele Sebastiani
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 10:23
Dopo la contestazione dei tifosi espressa con un eloquente striscione affisso ai cancelli dell’Adriatico, e il clima di grande malumore che si è creato alla chiusura del mercato di gennaio in città e sui social, il presidente Sebastiani del Pescara calcio rompe gli indugi e annuncia l’uscita di scena. Non è la prima volta che questo accade, bisognerà vedere tra sei mesi se le parole avranno un seguito. «Lascio? Assolutamente sì. La piazza si deve preparare a trovare chi inscriverà la squadra al campionato, chi mette le fidejussioni e chi mette i soldi per portarla avanti – il duro sfogo di Sebastiani – . Una società che ha fatto vedere in questi anni cose mai viste prima si ritrova ad essere contestata per il mercato, per l’allenatore... Qui i tifosi vogliono scegliere loro, e non è normale. E’ una contestazione contro il sottoscritto, che parte da lontano. Ma sono molto disponibile. Non ho nessun problema. Ai tifosi dico solo di stare vicini alla squadra, il presidente non conta: se sono tifosi devono pensare alla squadra. Lascerò solo a gente seria, non a delinquenti che farebbero fallire la società. Fino a quando ci sarà Sebastiani, il problema del fallimento non ci sarà. Se chi contesta ha in animo di portare qualche persona seria, io l’aspetto».

A Milano, negli ultimi giorni di mercato, il Pescara ha mosso qualche pedina, ma non ha raggiunto l’obiettivo principale: la punta. «Eravamo partiti per prendere una punta che potesse darci qualcosa in più. E’ partito Machin e sono arrivati Pucciarelli e Clemenza. Siamo rimasti come prima. Iemmello? Non era previsto, nessuno si aspettava che ci fosse la possibilità di prenderlo. Quando si è aperta la possibilità, ero con i suoi agenti e abbiamo fatto un’offerta importante, ma non c’è stata la possibilità. Anch’io ho ricevuto una grande offerta per Galano, e ho detto no».

I tifosi non perdonano l’addio di Machin e pensano che il Pescara avrebbe potuto impedire la partenza del talento guineano andato a Monza in Lega Pro: «Machin? C’era la forte volontà del giocatore. Me lo sono trovato a Milano senza essere autorizzato dopo che aveva ricevuto l’offerta del Monza. Mi ha detto personalmente che sarebbe andato in Spagna e non sarebbe tornato se non l’avessimo lasciato andare. Di fronte ai soldi, il cuore non esiste. E’ andato via e gli auguro il meglio. Queste storie quando capitano al Pescara passano sempre per storie di business. Non abbiamo nessun venti per cento sulla vendita. Abbiamo il dieci per cento sulla plusvalenza del Parma. Sono duecentomila euro che prenderemo tra due anni, non è questo il nostro problema. Il Pescara costa dodici milioni l’anno e con i contributi si arriva a sei. Gli altri sei chi li mette? Qui si parla sempre del fatto che Sebastiani fa soldi con il calcio, ma nessuno si avvicina a fare soldi con il calcio insieme a noi». 
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