Sara Sforza, dolore e rabbia ai funerali. Il parroco: «Basta con la droga»

Sara Sforza, dolore e rabbia ai funerali. Il parroco: «Basta con la droga»
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Domenica 5 Gennaio 2020, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 19:30

Folla all'addio di Sara Sforza, 23 anni, uccisa da un marocchino, positivo ad alcool e droga, che ha invaso la strada e ha travolto l'auto dove la ragazza viaggiava con il fidanzato, rimasto ferito ed ancora ricoverato in ospedale. Più di mille persone oggi ad Aielli per salutare l'ultima volta Sara. Alla fine della funzione sono stati levati in volo tanti palloncini bianchi.  Il parroco, don Luigi è stato duro nel corso dell'omelia: «Rivolgo un appello ai ragazzi e di genitori a bandire le droghe, ci saranno spacciatori finché ci saranno consumatori».

Sara Sforza, il magrebino che l'ha travolta non aveva la patente

La morte della ragazza è stata causata da un'emorragia interna e dalla rottura dell’aorta addominale. L’Alfa 159 il 2 gennaio ha invaso, durante un sorpasso, l’altra corsia e ha impattato con violenza la Renault Twingo condotta da 
Sara. Per la giovane non c’è stato scampo è morta sul colpo mentre il fidanzato Alessio, 31 anni, si è salvato per miracolo. E’ ancora sotto shock all’ospedale di Avezzano, operato per le fratture multiple riportate. Il marocchino Jarrar Ayoub, 25enne, è indagato per omicidio stradale ed è ricoverato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale dell’Aquila.  Lo straniero è stato trovato positivo ai test di alcol e droga: aveva nel sangue un tasso di cocaina e di alcolici molto al di sopra dei limiti di legge. Tra l’altro il magrebino non doveva stare in Italia perché raggiunto da un decreto di espulsione dopo una condanna per traffico di sostanze stupefacenti, non era in possesso neppure della patente di guida regolare. Ma non è stato arrestato e questo ha provocato indignazione tanto che la petizione sul web “Giustizia per Sara” rivolta al Ministro della Giustizia ha raggiunto le seimila firme. A Celano, dove risiedono molti parenti della ragazza, si è creata tensione per la decisione adottata dalla Procura di non arrestare il giovane marocchino. 
 

 

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