Sanità, buco da cento milioni: «E' colpa del Covid»

Sanità, buco da cento milioni: «E' colpa del Covid»
di Stefano Dascoli
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Mercoledì 17 Novembre 2021, 07:30

L’AQUILA - Scontro aperto sui conti della sanità regionale, mentre torna ad aleggiare il rischio di un commissariamento dopo quello, decennale, che si è chiuso nel 2016. Secondo il centrosinistra e in particolare l’ex assessore alla Salute della giunta D’Alfonso e attuale capogruppo del Pd in consiglio, Silvio Paolucci, già oggi l’Abruzzo sconta un buco superiore ai 100 milioni di euro che, a fine anno, potrebbe superare i 130. Cifre monstre che fanno adombrare nuovamente il rischio di un commissariamento, anche se sotto questo punto di vista i parametri sono piuttosto stringenti e al momento non ve ne sarebbero gli estremi.

L’attuale assessore alla Sanità, la leghista Nicoletta Verì, però ribalta completamente l’ottica, confermando la perdita d’esercizio al terzo trimestre 2021 (101 milioni), ma sostenendo che nello stesso periodo le spese Covid ammontano a 107 milioni. Tradotto: al netto della pandemia, per l’attuale governo regionale il sistema è in equilibrio, addirittura in avanzo di sei milioni.

«L’assessore conferma i nostri numeri sulla mancanza di governance della sanità, sui debiti e sulla gravità della situazione post pandemica - incalza Paolucci -. Se la situazione è rosea, anzi, c’è addirittura un avanzo, c’è da capire allora perché la Regione abbia chiesto anche pressantemente alle Asl, a settembre, i piani di rientro del debito. Con questi numeri, l’assessore ribadisce che l’Abruzzo non rischia il commissariamento, ammettendo che l’equilibrio dei sistemi sanitari regionali dipende esclusivamente da un’interlocuzione con il governo nazionale. Quello che l’assessore volutamente omette di dire - dice ancora Paolucci -, confermando anche in questo caso i nostri timori, è che hanno utilizzato già tutti gli 80 milioni di risorse aggiuntive Covid (annualità 2020 e 2021) nel solo anno 2020, e tornano chiedere 107 milioni di ulteriori trasferimenti Covid solo per i primi nove mesi del 2021. In proporzione al Fondo sanitario regionale si tratta probabilmente della richiesta più consistente in tutta Italia.

Chiaro che ciò - dice Paolucci - non fa che confermare che c’è un tema che si chiama “deficit sanità Abruzzo” su cui faremo battaglia a ogni livello per avere chiarezza. Auspico l’intervento del governo nazionale».

La Verì nella sua replica ha detto che per la gestione dell’emergenza Covid la Regione ha ricevuto (al terzo trimestre 2021) solo 28 milioni dallo Stato a fronte di costi sostenuti per 135. Sostenendo che 47 milioni sono stati spesi per il reclutamento di circa 5000 figure professionali».

Su quest’ultimo aspetto Paolucci attacca ancora: «L’assessore omette fatti inoppugnabili: il blocco del turnover al 100% sul personale si ebbe quando lei era presidente della commissione Sanità con Chiodi a capo dell’esecutivo regionale e nella successiva legislatura, invece, fu ridotto al 50%; ma soprattutto uscimmo nel commissariamento a cui rischia di riportarci questo governo regionale per assenza di governance e programmazione. Inoltre nonostante lei parla di una spesa del personale lievitata per il Covid, ma la stessa Regione non ha liquidato le prestazioni aggiuntive, per esempio nell’Asl di Chieti, sperando che almeno tutto ciò sia iscritto nei conti economici. La verità è che la sanità abruzzese è come un cavallo a briglie sciolte». 

I dati ufficiali del disavanzo ancora non sono stati resi noti, ma in alcuni casi gli effetti sono già plastici: in ogni caso dovrebbero grosso modo aggirarsi su -20 milioni a Teramo, - 23 a Pescara, - 40 a Chieti e -38 all’Aquila. In quest’ultimo caso addirittura l’Asl ha bloccato ogni tipo di acquisto o concorso fino a fine anno, con malumori crescenti all’interno delle strutture ospedaliere. Paolucci paventa anche la possibilità che per coprire il “buco” si possa ricorrere persino a un aumento della tassazione e sollecita, ai dg delle Asl, chiarimenti sulla sottoscrizione dei contratti in materia di prestazioni erogate dai privati. 

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