Rugby: morto Giampiero Ricci, campione e gentleman

L'AQUILA - Con il fratello Angelo (il mitico Ciolò), sembravano invincibili, anche nell'avanzare dell'età, tanto da volteggiare sulle piste da sci come dei ragazzini dando la biada a tanti più giovani. Anche Giampiero Ricci, ieri, se ne è andato. E' morto a Milano, a 71 anni, dove era ricoverato per quei malanni al cuore che, qualche anno fa lo aveva placcato e mai abbandonato. Un campione vero, un mediano d'apertura di livello internazionale che L'Aquila Rugby ha prodotto e allevato, ma soprattutto un gentleman dentro e fuori il campo. Doti che ne avevano fatto un commerciante dal tocco in più, erede di una grande famiglia di artigiani aquilani del legno, pioniere (come il fratello Angelo) in città tra i mobilieri, col negozio Habitat a Fontesecco che poi divenne anche punto di riferimento, non a caso, delle cucine marchiate Scavolini.
Una bandiera di quell'Aquila Rugby assoluta protagonista del rugby italiano negli anni Sessanta, tanto che quando la mitica Panini rese omaggio alla squadra neroverde pubblicando la foto del team al completo in due edizioni di Campioni dello Sport (1967/68 e 1969/70), nelle immagini di alcuni dei suoi giocatori più rappresentativi inserì appunto Ricci (cinque presenze con la Nazionale) insieme con Antonio Di Zitti, Angelo Autore e Pierluigi Pacifici.
Classe 1947, oltre i cinque caps in Nazionale, Ricci ha totalizzato 110 presenze con la maglia dell'Aquila Rugby con 96 punti (tra cui 25 mete e tre drop). Esordì giovanissimo nel match casalingo L'Aquila-Treviso del 20 marzo 1966. Due scudetti vinti nel 1967 e nel 1969 e due campionati giovanili nel 1965 e nel 1966.
Subito la sua bacheca Facebook si è riempita di messaggi di cordoglio e commozione tra cui quello della figlia Valentina, inconsolabile insieme alla sorella Federica e alla signora Stefania Marchetti: Corri papà... corri più veloce che puoi lì in cielo e segna la tua ultima meta, nella partita più importante...lì con gli angeli!
I funerali si terranno domani alle ore 11 nella Basilica di Collemaggio.

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