Franco Tavoletti, cinquantanove anni dirigente di banca e rugbista amatoriale, l’ha presa a ridere: «Non sarà facile ora - scherza - evitare i commenti dei miei compagni di squadra dei Lupi della Majella. Spiegargli che non sono una femminuccia, insomma». Lui che è un atleta di mischia e che non ha proprio un fisico aggraziato. In fondo tra la risoluzione approvata lo scorso anno dal consiglio regionale e le dichiarazioni di Papa Francesco qualche giorno fa, un po’ di confusione sulla fantomatica teoria gender deve essersi creata anche alla Asl, o almeno nel database dell’azienda sanitaria che, verosimilmente, ha inserito erroneamente l’utente tra quelli da controllare. Che per l’età ha un senso (lo screening si fa soprattutto tra i cinquanta e i sessantanove anni di età), per il genere sessuale molto meno.
«Appresa la notizia, degli amici medici mi hanno già telefonato - continua a scherzare Tavoletti - offrendosi volontari per farmi anche il pap-test. E’ evidente che si tratta di un errore informatico, l’importante è che questi inviti arrivino anche alle donne della mia età perché la prevenzione è importante. Proprio sugli screening alla mammella le Asl abruzzesi hanno intensificato negli ultimi anni i controlli, lanciando una campagna di sensibilizzazione senza precedenti; anche perché richiesti dal tavolo di monitoraggio del ministero come uno degli obiettivi da raggiungere per uscire dal commissariamento della sanità. Evidentemente nel recuperare il tempo perso il database deve aver scambiato qualche "o" per "a".
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