Prof disabile derisa dalla classe, la sociologa: «Mancano le scuse»

Il liceo Saffo. Prof disabile derisa dalla classe, la sociologa: «Mancano le scuse»
di Tito Di Persio
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Sabato 12 Marzo 2022, 09:58

Genitori e alunni in silenzio: nessuno parla sul caso del polo liceale Saffo di Roseto degli Abruzzi. Unanime la condanna. Centinaia di utenti criticano il comportamento «iperprotettivo» dei familiari. La parola «vergogna» è la più utilizzata. «Mi dispiace per la prof, purtroppo i genitori non sanno imparare l’educazione hai figli. Allora ha ragione il preside a sospendere l’intera classe. Ma è troppo poco, io farei ripetere l’anno scolastico così imparano qualcosa», scrive, tra i tanti, Valentina. Ma c’è anche chi si fa coraggio e commenta: «Tacete se non sapete le cose. Adesso non si può parlare, ma verrà il momento», commenta una donna che chiede l’anonimato. In privato, tiene a far sapere che alcuni ragazzi «sono figli di legali e hanno l’intenzione di portare la storia in tribunale».

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L’episodio risale al 24 febbraio, durante la terza ora di lezione. Nella classe manca professoressa e viene sostituita da una supplente, un’insegnante di diritto con disabilità motoria che la costringe a spostarsi su una sedia a rotelle elettrica. La docente entra nell’aula, è la prima volta: quel giorno in classe c’erano quattro assenti e un intruso, cioè un ragazzo che non fa parte della classe, all’appello si è fatto identificare come «Mario Rossi». Con il passare dei giorni l’episodio è arrivato al dirigente scolastico Achille Volpini che ha richiesto alla supplente una relazione dettagliata sul caso.

Accertati i fatto, il preside ha deciso di sospendere la classe per un giorno. Provvedimento che non è piaciuto ai genitori: hanno protestato con il dirigente.

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«Stigmatizzo ogni atteggiamento offensivo nei confronti delle istituzioni e degli educatori. Tra l’altro anche io sono un insegnate», dice il sindaco Mario Nugnes. «E’ un fenomeno nazionale in aumento – dice Giulia Paola Di Nicola già docente di sociologia di Scienze politiche e relatrice di 35 libri – non entro nel merito della vicenda, premettendo che i giovani posso anche sbagliare, ma i genitori difendendoli li stanno danneggiando. Quali uomini verranno fuori? Molto probabilmente non si sono resi conto che è mancato il rispetto per la persona, per la figura di un adulto, di un’insegnate, quindi di una figura istituzionale e nel caso specifico di un disabile. Fermo restando che un padre o madre amino i loro figli, per educarli alla società civile devono fargli accentare anche una sezione nel caso di uno sbaglio. Quindi, invece di difenderli avrebbero dovuto portare i figli davanti la prof e il preside a chiedere scusa».

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