Roseto, morto a 46 anni il barista giramondo Marco Nardinocchi: la città sotto choc

Roseto, morto a 46 anni il barista giramondo Marco Nardinocchi: la città sotto choc
di Tito Di Persio
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Sabato 19 Febbraio 2022, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 08:52

Ieri mattina la città di Roseto si è svegliata con una notizia sconcertante. E’ stato davvero un fulmine a ciel sereno la morte di Marco Nardinocchi a soli 46 anni (compiuti lo scorso 15 gennaio). «Lascerai un grande vuoto nella mia vita è nella vita di tante altre persone!», scrive su Facebook il suo collaboratore storico all’ Oblò (cocktail bar) Teodoro.

Ed è proprio così. Infatti non c’è profilo social dei rosetani su cui non c’è postata una sua foto ricordo o chi non ha scritto un post di cordoglio ai famigliari. Marco aveva scoperto di essere malato circa un anno fa. E subito si era rivolto ad uno dei medici migliori d’Europa per farsi operare. L’intervento fatto in un ospedale romano gli era riuscito benissimo. «Quest’estate si era sottoposto a diverse sedute di chemio e radio terapia che lo avevano disastrato», racconta un amico.

«In autunno inoltrato i medici gli aveva detto che stava meglio, - aggiunge - infatti era tornato anche a fare la corsetta sul lungomare. Sembrava una brutta esperienza di vita da lasciarsi alle spalle». Ma agli inizi del mese scorso, ad una visita di controllo, gli è stato comunicato che aveva avuto una recidiva. «Per lui è stata veramente una mazzata – rende noto sempre l’amico visibilmente scosso e con gli occhi lucidi – Comunque non posso dire che Marco non c’ha provato e che non ha combattuto come un leone fino all’ultimo».

Il 46esse sin da giovanissimo aveva la passione per i cocktail e per questo motivo aveva frequentato diversi corsi in tutta Italia.

Era diventato un bravissimo barman apprezzato in tutti i locali più In della costa. Poi aveva deciso di mettersi in proprio e dopo tanti sacrifici si era aperto l’Oblò: per anni locale di grande successo. In inverno, amante dell’Africa, univa l’utile al dilettevole e andava a fare il suo lavoro nei villaggi turistici in Kenya e Tanzania. Ma lui amava troppo la vita e la libertà e Roseto gli stava stretta. Una decina di anni fa si è venduto il bar in Italia per aprine uno simile a Jericoacoara, un paradiso terreste in Brasile a pochi chilometri da Fortaleza. Circa due anni fa si era venduta anche quest’altra attività per tornare a Roseto con la sua compagna argentina, da pochi mesi diventata sua moglie, e che gli è stata al fianco fino all’ultimo.

E Marco, anche se viveva in giro per il mondo, ogni anno quando tornava a Roseto portava gioia in città, dovunque c’era lui era subito festa. Lascia la moglie Maricel, il papà Francesco (ex dirigente del Pci abruzzese e presidente Cirsu), i fratelli Domenico e Giancarlo. I funerali si svolgeranno domani alle 15 nella chiesa Santa Maria Assunta a Roseto

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