Ieri mattina la città di Roseto si è svegliata con una notizia sconcertante. E’ stato davvero un fulmine a ciel sereno la morte di Marco Nardinocchi a soli 46 anni (compiuti lo scorso 15 gennaio). «Lascerai un grande vuoto nella mia vita è nella vita di tante altre persone!», scrive su Facebook il suo collaboratore storico all’ Oblò (cocktail bar) Teodoro.
Ed è proprio così. Infatti non c’è profilo social dei rosetani su cui non c’è postata una sua foto ricordo o chi non ha scritto un post di cordoglio ai famigliari. Marco aveva scoperto di essere malato circa un anno fa. E subito si era rivolto ad uno dei medici migliori d’Europa per farsi operare. L’intervento fatto in un ospedale romano gli era riuscito benissimo. «Quest’estate si era sottoposto a diverse sedute di chemio e radio terapia che lo avevano disastrato», racconta un amico.
«In autunno inoltrato i medici gli aveva detto che stava meglio, - aggiunge - infatti era tornato anche a fare la corsetta sul lungomare. Sembrava una brutta esperienza di vita da lasciarsi alle spalle». Ma agli inizi del mese scorso, ad una visita di controllo, gli è stato comunicato che aveva avuto una recidiva. «Per lui è stata veramente una mazzata – rende noto sempre l’amico visibilmente scosso e con gli occhi lucidi – Comunque non posso dire che Marco non c’ha provato e che non ha combattuto come un leone fino all’ultimo».
Il 46esse sin da giovanissimo aveva la passione per i cocktail e per questo motivo aveva frequentato diversi corsi in tutta Italia.
E Marco, anche se viveva in giro per il mondo, ogni anno quando tornava a Roseto portava gioia in città, dovunque c’era lui era subito festa. Lascia la moglie Maricel, il papà Francesco (ex dirigente del Pci abruzzese e presidente Cirsu), i fratelli Domenico e Giancarlo. I funerali si svolgeranno domani alle 15 nella chiesa Santa Maria Assunta a Roseto