Roseto calcio, dopo l’afgano Abibul nella squadra arriva l’ucraino Mark

Roseto calcio, dopo l’afgano Abibul nella squadra arriva l’ucraino Mark
di Tito Di Persio
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Martedì 8 Marzo 2022, 09:37

Dalla guerra in Ucraina all’As Roseto Calcio: è la storia di Mark. Il ragazzo di 11 anni è scappato insieme la madre, la zia, una sorella, due cugini e il nonno dai bombardamenti di Kiev. Il papà e lo zio sono rimasti a combattere per difendere il loro paese. Mark, è arrivato venerdì. Hanno fatto tre giorni di viaggio in auto partendo da Kiev, per poi uscire alla frontiera della Romania, hanno attraversato Ungheria, Austria e mezza Italia. Ad attenderli la moglie di uno collega dei mariti, dove lavorano tutti per una ditta internazionale con sede nella capitale ucraina. La donna sta cercando di aiutare più persone possibili che scappano dalla guerra, collocandole in provincia di Teramo.

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Il bambino e il nonno si sono presentati al campo da calcio per chiedere informazioni se loro nipote si poteva allenare, non volevano fargli perdere tempo perché giocava da titolare nei giovanili di una squadra distretto di Obolon (Obolon-Zmina Kiev) dove militava anche Andrij Sevcenko. Il presidente della squadra Camillo Cerasi, non se l’è fatto ripetere due volte e gli ha subito procurato il borsone, con tutto l’abbigliamento comprese le scarpette con i tacchetti. «L’ho osservato mentre si allenava con gli altri ragazzi - dice Cerasi – è davvero bravo».

Il nonno, che accompagnava sempre il nipote agli allenamenti in Ucraina, lo farà anche a Roseto, nella sua lingua, poi tradotto dalla donna che era con lui, con le lacrime agli occhi ha detto: «Siete molto generosi. Sono commosso nel ricevere tanto aiuto: casa, vestiti, giocatoli e adesso anche il calcio». Il presidente della As non è nuovi a questi gesti di solidarietà. Un paio di mesi fa gli si era presentato davanti con le stesse dinamiche Abibul, profugo afghano di 13 anni. Anche il quel caso il suo atteggiamento è stato lo stesso. «Questa volta però è andata addirittura meglio, - aggiunge Cerasi sorridendo – avevamo le scarpette da calciatore della sua misura e non abbiamo dovuto fare la colletta per acquistarle. 

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