Adelio Di Natale: il colpo di fucile a caccia, i ricoveri e la morte. La famiglia abruzzese: «Vogliamo la verità»

L'uomo, maestro di sci, colpito a una gamba: morto in ospedale a Roma dopo 3 ricoveri

Adelio Di Natale. Maestro di sci morto, si indaga in quattro ospedali. La famiglia: «Vogliamo la verità»
di Sonia Paglia
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Domenica 28 Novembre 2021, 09:31 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 10:02

«Vogliamo la verità, vogliamo sapere se Adelio con un più immediato intervento dei sanitari poteva essere salvato». A dirlo sono i parenti di Adelio Di Natale, il maestro di sci di Roccaraso, ferito in un incidente di caccia, e morto dopo 8 giorni di agonia. Un decesso che ha sconvolto l’intero Abruzzo. E non solo.

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L’ex ministro del Governo Conte, Francesco Boccia e sua moglie, Nunzia De Girolamo, anche lei ex ministro della Politiche agricole, che da tempo conoscevano Adelio, hanno partecipato al funerale e, prima, si sono recati più volte all’ospedale romano, dove era ricoverato il 30enne per dare conforto ai familiari, che oggi, distrutti dal dolore, invocano la verità. Per lo zio, Roberto Donatelli, ex componente dell’esecutivo regionale della Lega ed ex consigliere provinciale all’Aquila, bisogna fare luce sulla vicenda.

Lo ha detto la funerale del nipote e lo ripete oggi.  


L’APPELLO «Non è facile accettare che un giovane di 30 anni possa andarsene così - scrive Donatelli in una nota - resta il lacerante dubbio che, forse, qualcosa in più e in meglio si poteva e forse si doveva fare, per salvarlo. Questo dubbio non darà pace a nessuno di noi. Dare risposta ai tanti interrogativi sui soccorsi e le cure non riporterà Adelio a noi e non gli restituirà la vita. Ma è nostro obbligo chiarire ogni aspetto. Abbiamo il dovere di capire molto bene, cosa è successo. Capire se è stato fatto tutto il possibile e tutto al meglio. Se quello che è accaduto era inevitabile o se, oltre alla fatalità, non c’è stato anche qualcos’altro a portarlo via».

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Sulla vicenda la Procura di Sulmona sta procedendo, come atto dovuto, per omicidio colposo, contro ignoti. I carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro hanno acquisito tutta la documentazione medica - referti e cartelle cliniche - negli ospedali di Castel di Sangro, Sulmona, Teramo e Roma, che hanno preso in carico il paziente negli 8 giorni di agonia. Di Natale nell’incidente di caccia è stato raggiunto alla gamba destra, da un colpo partito accidentalmente dal fucile che portava con sé e che gli ha procurato uno choc emorragico e la frattura scomposta del femore. Dopo il ricovero a Sulmona è stato trasferito all’ospedale di Teramo, per poi essere trasportato al Policlinico Umberto I di Roma, dove è morto. «Il piombo all’interno della gamba, ha provocato una enorme infezione - conclude Donatelli - l’immediatezza, forse, poteva salvargli la vita? Vogliamo capire come mai in tutto l’Abruzzo, non esiste una camera iperbarica. È questa la sanità che meritano gli abruzzesi?». 

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