«E chi sottoscrive - spiega Gianluca Tanda - tale documento utilizzato dagli inquirenti per affermare l’irrilevanza della tardiva convocazione? È Silvio Liberatore, il dirigente indagato e poi archiviato dal gip Colantonio su richiesta della procura».
Al di là del paradosso, leggendo in controluce gli atti, Tanda e il suo avvocato hanno scoperto un’altra anomalia nella ricostruzione avallata dagli inquirenti. Non regge al riscontro documentale la tesi della mancanza di precedenti convocazioni del Core. È in tutto e per tutto assimilabile a questo organismo, secondo il sito ufficiale della Regione Abruzzo, il Comitato tecnico operativo riunito dall’allora presidente Chiodi il 7 febbraio del 2012, in occasione dell’eccezionale nevicata di quell’anno. Un precedente al quale si lega peraltro la dura polemica dell’opposizione del tempo, con il senatore Giovanni Legnini che accusò pubblicamente la giunta regionale di essersi attivata con 72 ore di ritardo rispetto all’emergenza. A parti invertite, la giunta regionale guidata da D’Alfonso avrebbe invece beneficiato della dichiarazione di Silvio liberatore, che dietro la rivendicazione del primato nasconde un ritardo di almeno sei giorni nell’attivazione del Core. La riunione, vale la pena ricordare, avvenne alle 15,30 del 18 gennaio 2017, meno di un’ora prima della valanga di Rigopiano, e molte ore dopo le disperate richieste di aiuto partite dall’hotel.
© RIPRODUZIONE RISERVATA