Il dg dell’Asl pescarese, Armando Mancini, aveva cominciato il suo mandato, di durata quinquennale, il 1 marzo del 2016. La valutazione sull’operato dei primi 18 mesi è stata positiva. Il 28 febbraio scorso sono invece trascorsi i successivi 18 mesi che hanno imposto l’attivazione di una nuova verifica. Su un punteggio massimo ottenibile di 200 punti e con la necessità di stare sopra 120 per ottenere il giudizio positivo, Mancini ha totalizzato 109,18. Tra l’altro la valutazione, riferita ai soli obiettivi di salute, inferiore a 70, avrebbe configurato la fattispecie del mancato conseguimento. In questo ambito Mancini ha ottenuto un punteggio di 59,6. Valutazioni che non sono cambiate anche dopo la seconda verifica e le controdeduzioni. In giunta è approdato un punteggio, riferito agli obiettivi di Salute, di 62,15. Sommato a quello degli obiettivi economico-finanziari, si è arrivati a 110,9 su un totale di 190. E, contando tutto, a 115,90 su un massimo 200. Da qui la decadenza «tecnica e affatto politica» come hanno ribadito ieri tutte le fonti.
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