Rivolta lancianese, agli eventi del 77° anniversario anche Rapino, vincitore del Campiello

Rivolta lancianese, agli eventi del 77° anniversario anche Rapino, vincitore del Campiello
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Martedì 29 Settembre 2020, 15:00
Remo Rapino, fresco vincitore del Campiello, Bella Ciao, e la shoa dei rom al centro del nutrito programma per il 77° anniversario della Rivolta Lancianese del 5 e 6 ottobre 1943 che valse alla città la Medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza. Le solenni celebrazioni avranno un prologo domenica 4 ottobre con il concorso artistico internazionale Amico Rom, a cura dell’associazione Thém Romanò, che si svolgerà al Teatro Fenaroli, ore 16.30, con ingresso libero. La manifestazione è organizzata dal comune di Lanciano e la sezione ANPI «Trentino La Barba» di Lanciano. Lunedì 5 ottobre, alle 10, ci sarà la deposizione di una corona al monumento «Samudaripen» al Parco delle Memorie, in via Maria Eisenstein, e alle ore 16.30 una Santa Messa verrà celebrata nella Cattedrale Madonna del Ponte dall’arcivescovo Emidio Cipollone, mentre alle 17.30, nel Salone Benito Lanci della Casa di Conversazione, verrà presentato il libro «Brigata Maiella. Resistenza e Bella Ciao. Combattere cantando la libertà», a cura di Nicola Mattoscio e con l’intervento dello storico Costantino Di Felice. Modera l’incontro la giornalista Maria Rosaria La Morgia. Martedì 6 ottobre le celebrazioni si concludono con la deposizione di una corona al Monumento in piazza dei Martiri Lancianesi, ore 11, alla presenza del Prefetto di Chieti Armando Forgione e delle Autorità militari, civili e religiose. Gabriele Tinari leggerà brani da «Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio» dello scrittore Remo Rapino, Premio Campiello 2020. Le musiche saranno eseguite dal gruppo Terre del Sud. Successivamente, alle 17.30 - 18.30 e 19.30 nel Salone Benito Lanci ci sarà la proiezione del docufilm «Oltre la memoria. Lanciano 5-6 ottobre 1943», regia di Enzo Testa, a cura dell’Altritalia. L’insurrezione del 5 e 6 ottobre 1943 contro i tedeschi, tra le prime in Italia, costò la vita a 23 giovani, di cui 11 caduti in combattimento e 12 partigiani per rappresaglia. 
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