Da qui il pedinamento lungo i portici del centro, fino ad arrivare all’abitazione dell’anziano, a poche centinaia di metri di distanza. C.A. aveva solo il tempo di aprire il portone, quando aggredito alle spalle veniva scaraventato a terra. Lo sconosciuto arraffava velocemente dalle tasche i circa duemila euro prelevati poco prima alle poste, risaliva sulla bici momentaneamente abbandonata sulla via e scappava confondendosi tra i passanti.
In soccorso di C.A. giungeva il figlio che, recatosi a far visita agli anziani genitori, si trovava in quel momento in casa con la madre, ed allarmato dai lamenti del padre, disteso a terra dolorante nell’androne, subito richedeva al 113 l’intervento di una Volante. Nonostante l’accaduto C.A. rifutava di ricorrere alle cure mediche. Un equipaggio dell’ Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico raccoglieva poi, a domicilio, la denuncia dell’uomo che forniva una descrizione del suo aggressore molto approssimativa.
Immediate partivano le indagini della Squadra Mobile, della Questura, che provvedeva a visionare le immagini della vidoesorveglianza di alcuni esercizi commerciali della zona. I sospetti dei poliziotti si indirizzavano su M.E. un pregiudicato di 65 anni, originario di Cagliari ma da tempo stabilitosi a Pescara. La perquisizione dell’abitazione consentiva di rinvenire alcuni capi di abbigliamento del tutto compatibili, per foggia e fattezze con quelli indossati dal rapinatore ritratto dai circuiti di videosorveglianza. Veniva anche recuperata la sacca montata sulla bici e, successivamente, nei pressi dell’abitazione del sospettato, anche la bicicletta utilizzata per seguire la vittima e guadagnarsi la fuga.
Di fronte agli stringenti elementi probatori acquisiti dalla Squadra Mobile, nei giorni successivi, alla presenza del proprio difensore di fiducia, M.E. si risolveva a confessare, ammettendo di aver consumato la rapina, adducendo quale motivazione le sue difficoltà economiche.
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