Ragazzina di 14 anni contagiata dall'epatite dopo la violenza sessuale

Ragazzina di 14 anni contagiata dall'epatite dopo la violenza sessuale
di Marcello Ianni
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 08:59

«Si tratta di una testimonianza puntuale, precisa e sempre coerente con se stessa considerata e coincidente con le testimonianze emerse nel corso dell'istruttoria». Così si è espresso il Tribunale dell'Aquila nella sentenza di condanna a 10 anni di reclusione nei confronti di G.B. di 49 anni, originario di Cosenza, ma residente in città, (assistito dall'avvocato aquilano Bruno Fracassi), operaio edile impegnato nella ricostruzione post terremoto, nell'ambito di un processo molto delicato che ha ruotato attorno alla vicenda di una minore di 14 anni, costretta a subire violenze sessuali sotto la minaccia di morte. Violenze dalle quali ha contratto l'epatite Hbv con importanti ripercussioni sul fegato. Lesioni personali dalle quali l'uomo è stato assolto, come ha dimostrato in aula lo stesso legale, in quanto inconsapevole di aver contratto la malattia, fino a quando non è stato costretto a fare ricorso alle cure dei medici dell'ospedale dell'Aquila. Ricovero che ha di fatto interrotto definitivamente i rapporti sessuali con la parte offesa. I rapporti risalgono al 2015, ma sono stati rivelati dalla ragazzina tempo dopo.

Sul punto, però, il collegio di magistrati evidenzia come «sia ravvisabile il nesso di causalità fra la violenza sessuale e l'infezione di epatite virale di tipo B dalla quale la persona offesa è risultata affetta.

Sul punto va considerato prosegue che quando l'imputato si recò in ospedale riferì subito che da circa una settimana presentava ittero e febbre sicché deve ritenersi che abbia avuto rapporti sessuali con la minore proprio nel momento di maggiore virulenza dell'infezione. Tuttavia egli ha avuto conoscenza di essere ammalato di epatite solo nel corso del ricovero quando i rapporti sessuali con la minore erano già avvenuti».

Secondo l'accusa l'imputato avrebbe approfittato dell'assenza prolungata della mamma della minorenne per compiere diverse violenze sessuali. La ragazzina, portata nell'abitazione dell'imputato, sarebbe stata costretta a subire le violenze con la minaccia di essere uccisa. Quattro gli episodi riferiti dalla giovane che sarebbero avvenuti all'interno della macchina dell'imputato chiusa a chiave dall'interno e a Pianola, in un'abitazione disabitata come raccontato drammaticamente in aula dalla stessa parte offesa (oggi maggiorenne assistita dall'avvocato Sabrina Pasquini del Foro di Perugia).

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