Inferno in famiglia, ragazzina chiama Telefono azzurro e fa scattare le manette

Inferno in famiglia, ragazzina chiama Telefono azzurro e fa scattare le manette
di Alfredo D'Alessandro
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Sabato 15 Giugno 2019, 10:16
Spesso beveva e quando esagerava i suoi comportamenti autoritari sfociavano nelle botte alla compagna, all'anziano del quale lei era badante, e alla figlia della compagna. Ma verso la quindicenne, che ha trovato la forza di far emergere ciò che accadeva tramite il Telefono azzurro, oltre all'aggressività non aveva lesinato atteggiamenti lascivi che hanno fatto scattare anche l'accusa di abusi sessuali.

Un 48enne rumeno che vive in un piccolo centro dell'area teatina, è in carcere a Chieti con accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare chiesto dal sostituto procuratore della Repubblica Lucia Campo ed emesso dal gip Luca De Ninis. Sono stati gli uomini della seconda Sezione della Squadra Mobile, specializzati nel perseguire reati sessuali, contro la persona e i minori, a svolgere indagini e ricostruire un quadro indiziario grave, mettendo fine ad una situazione pericolosa tant'è che per l'uomo si è deciso di ricorrere al carcere. Una situazione già in parte da approfondire dopo i ricoveri in ospedale della donna e dell'anziano a dicembre scorso, campanelli d'allarme rimasti inascoltati.

E' stata la quindicenne utilizzando almeno per tre volte fra fine aprile e i primi di maggio la chat di Telefono Azzurro, a denunciare che un'intera famiglia era vittima di una sistematica vessazione fisica e psicologica. Attraverso la chat ha segnalato non solo che il 48enne prendeva a calci e pugni la compagna e l'anziano, ma anche il continuo clima di terrore vissuto in famiglia, dove l'uomo aveva continui scatti di ira. Lei stessa era vittima di comportamenti vessatori e attenzioni ma il 48enne si sarebbe difeso dicendo di voler bene alla ragazza e che i suoi gesti verso di lei, pizzicotti compresi, erano manifestazioni di affetto. La ragazzina e l'anziano sono stati collocati in strutture protette, la Mobile ieri ha sentito proprio l'anziano per verbalizzarne le deposizioni mentre la quindicenne era stata già sentita con l'ausilio di una psicologa. Oggi interrogatorio di garanzia per l'uomo che è assistito dall'avv. Stefania Masci.
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