Punti nascita, chieste deroghe
per Penne, Ortona, Atri e Sulmona

Un punto nascita
di Patrizio Iavarone
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Giovedì 17 Dicembre 2015, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 09:57
L'AQUILA - Una lettera in fotocopia, in quattro fotocopie, una per ogni punto nascita condannato alla chiusura: Penne, Ortona, Atri e Sulmona. Il commissario ad acta e presidente Luciano D'Alfonso ha fatto l'altro ieri quello che doveva fare, quello che gli aveva chiesto di fare una parte della sua maggioranza irrequieta, dopo il decreto con cui il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha ipotizzato deroghe ai 500 parti minimi per i punti nascita di montagna. Anche se poi tra questi ci sono zone non proprio d'alta quota come Atri e Ortona (tra l'altro già chiusi) e anche se, a quella deroga, non ci crede neanche lui, sicuramente non ci crede l'assessore Silvio Paolucci. Non per tutti almeno.

Ma tant'è, meglio accontentare le richieste dei «ribelli» (Monticelli in primis) e affidare alle «fredde» valutazioni della Commissione percorso nascita nazionale la decisione di salvare eventualmente qualche sala parto. Carta e penna, così, D'Alfonso ha scritto al Ministro per un nuovo esame «auspicabile in quanto la valutazione dell'Agenas dei dati e della qualità dei servizi resi dai punti nascita (di tutti e quattro, ndr) per l'anno 2014 ne ha riconosciuto il rispetto degli standard previsti». Anche se, in realtà, l'Agenas ha riscontrato criticità nei collegamenti solo per Sulmona. «Il presidente D'Alfonso ci prende in giro, in qualità di commissario ad acta - commenta Domenico Pettinari del M5S -, è il solo competente a dettare le linee guida per la riorganizzazione e messa in sicurezza dei punti nascita». In fondo quel decreto di chiusura nel febbraio del 2015 lo aveva firmato lui.

Per Mauro Febbo, che ieri ha audito nella commissione di Vigilanza la Commissione percorso nascita regionale, quella di D'Alfonso «è una clamorosa marcia indietro. Un confronto serrato - racconta Febbo a proposito dell'audizione - dove è emerso chiaramente ancora una volta che i Punti nascita di Ortona, Penne, Atri e Sulmona hanno i parametri e i dati idonei affinché si possa giungere a una rivisitazione dei criteri di valutazione e quindi rivedere la decisione sulla loro chiusura». 

AUDIZIONI
«Le audizioni sia dei tecnici, sia dei dottori intervenuti - aggiunge Lorenzo Sospiri (Fi) -, confermano ciò che abbiamo sempre denunciato: ossia come le chiusure siano state fatte in maniera scellerata». 

IL PASSAGGIO
spetterà al Ministro, come prevede il decreto del novembre scorso, sottoporre le richieste alla Commissione percorso nascita nazionale che avrà novanta giorni di tempo per esprimersi. Sarà probabilmente il passaggio finale di una lunga e combattuta vertenza sanitaria che è solo all'inizio e che si è resa necessaria per uscire dal commissariamento. 
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