Profugo ucraino morto dopo l'iniezione di un farmaco, indagata la moglie che glielo ha somministrato. L'iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto da parte della magistratura, che in attesa di notificare il decesso ai familiari, servirà a dare modo alla procura di svolgere l'autopsia con tutte le garanzie di legge, compresa quella per il figlio rimasto in Ucraina di nominare un suo medico legale da affiancare al perito scelto dalla magistratura. Per questo motivo l'accertamento irripetibile dell'esame autoptico all'ospedale San Liberatore di Atri è slittato ai prossimi giorni. Il fatto è avvenuto martedì nella struttura ricettiva Costa Verde di Pineto che da mesi ospita un gruppo di profughi di guerra.
Holovin Serhii, 46enne ex agente delle forze di polizia ucraine, da tempo affetto da problemi di salute e per questo rifugiatosi in Italia dopo l'apertura delle ostilità da parte della Russia, si sarebbe fatto somministrare dalla consorte una dose del farmaco salvavita con cui si curava.