Duecento bimbi intossicati a mensa, la Procura chiede il processo per otto indagati

Duecento bimbi intossicati a mensa, la Procura chiede il processo per otto indagati
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Venerdì 19 Luglio 2019, 09:36
Chiesto il processo per gli otto indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla maxi intossicazione alimentare che nel maggio del 2018 colpì oltre 200 bambini, in seguito alla somministrazione di prodotti caseari contaminati nelle mense delle scuole elementari e materne di Pescara. Il sostituto procuratore Anna Benigni ha firmato le richieste di rinvio a giudizio, che adesso dovranno essere vagliate dal giudice per le udienze preliminari. Sul tavolo del pm non sono pervenute memorie difensive o richieste d’interrogatorio. Di conseguenza è stato mantenuto intatto l’impianto dell’avviso di conclusione delle indagini.

A rischiare il processo, dunque, sono innanzitutto vari esponenti della Cirfood, la società che in Ati con la Bioristoro si era aggiudicata l’appalto per la gestione delle mense dal 2016 al 2020, ma anche gli amministratori dell’azienda agricola Savini e Di Nicola, con sede a Vicoli, che forniva prodotti caseari alla Cirfood e gli amministratori del caseificio Leone di Sulmona, che secondo la Procura avrebbe materialmente prodotto le caciotte contaminate. Le ipotesi di reato più gravi chiamano in causa Fabrizio Gazzo e Anna Flisi, entrambi della Cirfood, il primo procuratore speciale in materia di contratti d’appalto e la seconda responsabile della gestione delle non conformità, accusati di lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive, al pari di Angelo ed Eleonora Leone, amministratori dell’omonimo caseificio. La maxi intossicazione sarebbe stata infatti causata dal Campylobacter jejuni, un batterio rinvenuto in alcune caciotte che a giudizio della Procura sarebbero state prodotte con “latte non adeguatamente pastorizzato”.

In particolare l’accusa contesta ai Leone di essersi avvalsi, “per il processo di pastorizzazione del latte fresco, di un pastorizzatore obsoleto e non efficace”, che avrebbe comportato la “contaminazione tra il latte crudo ed i patogeni nello stesso presenti, e il latte pastorizzato”. Gazzo e Flisi, sempre secondo l’accusa, non avrebbero invece assicurato che venisse eseguito il numero di controlli di qualità richiesto dal bando di gara. Inoltre, a fronte di tre non conformità rilevate nel corso dei campionamenti eseguiti tra il novembre del 2017 e l’aprile del 2018 in un asilo e in due scuole, avrebbero omesso “di attivare le procedure di controllo successive”. Sia ai due Leone che a Gazzo e Flisi viene dunque contestato di avere causato, “mediante l’incauta somministrazione” dei prodotti caseari contaminati, “la tossinfezione alimentare, con sintomi di vomito, diarrea, anche ematica, febbre e dolori addominali, in danno di 222 soggetti che avevano consumato tali prodotti”. Una tossinfezione che comportò il ricovero di 113 bambini, in alcuni casi anche per diversi giorni, negli ospedali di Pescara e Chieti. Nei guai anche altri due esponenti della Cirfood, il procuratore speciale per la stipula dei contratti d’appalto Marcello Capuzzi e il responsabile della selezione dei fornitori Massimiliano Merenda, accusati di frode e inadempimento nelle pubbliche forniture insieme a Christian Savini e Maria Luisa Di Nicola, amministratori dell’azienda agricola Savini e Di Nicola. A loro la Procura contesta di avere fornito alle mense “ricotta, burro, mozzarella e crescenza realizzati con latte crudo anziché pastorizzato”, contravvenendo a quanto espressamente richiesto da un allegato al bando di gara “per evidenti ragioni di sicurezza”.
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